Non è un giubileo sacerdotale qualunque quello che la Chiesa di Lecce si accinge a celebrare e a festeggiare domenica prossima 17 maggio. Perché mons. Polito è don Giancarlo: il “don Giancarlo” di tutti.
Per questo “approfittando” dell’impossibilità, per un’altra settimana, di poter tornare a celebrare nelle chiese con la partecipazione dei fedeli, l’arcivescovo Michele Seccia - nonostante il carattere riservato e schivo del festeggiato e la sua proverbiale resistenza a qualsivoglia forma di cerimonia commemorativa che punti i fari sulla sua persona - ha voluto cogliere una nuova occasione per rifornire ancora una volta il serbatoio della comunione della Chiesa diocesana, solo fisicamente “sospesa” per via del distanziamento sociale.
E così domani sera il pastore, con la celebrazione eucaristica della V domenica di Pasqua, aprirà una speciale Settimana di preghiera e di riflessione sul sacerdozio ministeriale e per le vocazioni sacerdotali in preparazione al 50° anniversario dell’ordinazione presbiterale avvenuta in Piazza San Pietro per l’imposizione delle mani di San Paolo VI che, a sua volta, in quella Pentecoste, celebrava il suo 50° di presbiterato.
Era il 17 maggio 1970 e Papa Montini, nel giorno del suo giubileo sacerdotale chiese a tutti i vescovi del mondo di “prestargli” un diacono per festeggiare il suo anniversario con una grande celebrazione in Piazza San Pietro e con alcune centinaia di ordinazioni presbiterali. Il vescovo Francesco Minerva, scelse proprio il giovanissimo diacono Giancarlo Polito, privando se stesso della gioia di imporre le mani su un presbitero che aveva visto crescere fin dal suo primo ingresso nel seminario minore (in terza media nel 1958) e che di lì a poco sarebbe diventato uno dei suoi collaboratori più stretti: il suo segretario particolare e il cerimoniere in tutte le sue celebrazioni in cattedrale e nelle parrocchie della diocesi.
Insomma, un ministero, quello di don Giancarlo, nato sotto la stella di un santo, alla quale se ne aggiunse un’altra nel suo primo Giubileo sacerdotale, quello del suo 25° di sacerdozio, quando ebbe il dono, nel 1995, di concelebrare con San Giovanni Paolo II nella sua cappella privata a Castel Gandolfo dopo averlo assistito qualche mese prima da cerimoniere con mons. Piero Marini, alla messa presieduta nello stadio di Lecce dallo stesso Wojtyla il 19 settembre 1994 nella storica visita voluta dall’arcivescovo Ruppi.
Le celebrazioni liturgiche, il suo forte. Da Maestro delle cerimonie episcopali, come ama ricordare agli amici, ha “servito ben cinque vescovi": da Minerva a Seccia passando per Mincuzzi (segretario per 5 anni), Ruppi e D’Ambrosio. E poi ha preparato e guidato le ordinazioni episcopali di don Salvatore De Giorgi (oggi cardinale), del vescovo di Albano, don Marcello Semeraro, del compianto don Vito De Grisantis, defunto vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca e di don Fernado Filograna, oggi vescovo di Nardò-Gallipoli. Davvero un Maestro di lungo corso. Preparato. Puntuale, Infaticabile. E sempre giovane, dentro e fuori.
In questa cornice si è svolto un apostolato sacerdotale nel quale il servizio ai vescovi all’altare e in episcopio si è alternato a ruoli più nascosti e poco noti ai più. Prima nel seminario diocesano come prefetto d’ordine e vicerettore e infine come economo. Poi in Curia come vice cancelliere, pro-cancelliere, notaio attuario nel tribunale ecclesiastico, curatore del bollettino diocesano e, attualmente, segretario generale.
Emozioni a non finire, grazie alla fiducia incondizionata dei "suoi" vescovi. Ricorda con intensa gratitudine mons. Ruppi che gli consentiva di accedere all'elezione della badessa benedettina del Monastero di San Giovanni evangelista e della madre generale della Congregazione leccese delle Suore Discepole del Sacro Cuore; di essere membro della commissione medico-scientifica per la ricognizione dei resti mortali di San Filippo Smaldone e del Servo di Dio don Ugo De Blasi.
Un quadro che si completa e si colora di vita grazie a tante e variegate esperienze pastorali: cappellano nel carcere giudiziario di San Francesco, docente di religione nell’Istituto “Scarambone” con incarichi annuali di collaboratore vicario del dirigente e per un anno anche di preside facente funzione.
E, infine, il cuore: la comunità parrocchiale di San Matteo nel centro storico di Lecce. Il luogo del servizio totale da quasi trent’anni nel quale ha formato il suo animo sacerdotale all’accoglienza, alla comunione, alla carità. Bambini, famiglie, adulti e anziani sanno che a San Matteo trovano sempre la porta aperta all’ascolto, alla consolazione, alla speranza.
E poi l'assistenza spirituale agli Ordini equestri dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme, dei Cavalieri dei Santi Maurizio e Lazzaro e dell'Ordine equestre Costantiniano di San Giorgio.
Ecco perché occorreva festeggiarlo. E perché, nonostante questa emergenza sanitaria, l’arcivescovo Seccia ha desiderato che la ricorrenza non passasse inosservata. Quale occasione migliore poteva presentarsi al pastore per rinsaldare i vincoli di fraternità e di comunione con i suoi sacerdoti?
Domani, dunque, dalla cappella del seminario, il presule darà inizio ad una Settimana diocesana di preparazione al giubileo di don Giancarlo nella preghiera per i sacerdoti e per le vocazioni sacerdotali con una serie appuntamenti stabiliti in collaborazione con Portalecce.
OGNI GIORNO
Su Portalecce con l’hastag #DONGIANCARLO50, una riflessione augurale a cura di vescovi, sacerdoti e fedeli laici.
Su Portalecce e Telerama durante la messa quotidiana un’intenzione nella preghiera universale.
MARTEDÌ 12 MAGGIO
Ore 19,30 - Su Portalecce e Telerama, “Mi ami tu?”. Lectio Divina dettata dall’arcivescovo.
GIOVEDÌ 14 MAGGIO
Ore 19,30 - Su Portalecce e Telerama, dopo la messa l’adorazione eucaristica per i sacerdoti e per le vocazioni al sacerdozio.
VENERDÌ 15 MAGGIO
Ore 10,00: Ritiro del clero predicato dall’arcivescovo in modalità smart working. Momento di comunione presbiterale per porgere gli auguri a mons. Polito.
DOMENICA 17 MAGGIO – 50° DELL’ORDINAZIONE PRESBITERALE
Ore 19,00 - Su Portalecce e Telerama, santa messa giubilare presieduta dall’arcivescovo. Concelebrano don Giancarlo e il vicario generale mons. Gigi Manca in rappresentanza del presbiterio diocesano.