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I ringraziamenti, forse, sono il momento più atteso per un festeggiato. Così è stato stasera per don Giancarlo Polito.

 

 

 

Dopo aver ricevuto auguri ed attestati di stima per tutta la settimana da vescovi, preti e laici, al termine dell’eucarestia presieduta dall’arcivescovo, pervaso dall’emozione, ha trovato la forza per prendere la parola e manifestare la sua gratitudine al Signore e alla grande famiglia della Chiesa di Lecce che lo ha accompagnato nei suoi cinquant’anni di servizio sacerdotale.

Queste le sue parole, spesso interrotte dalla commozione, pronunciate nella cappella del seminario. Luogo del cuore e degli albori del suo ministero cinquant’anni fa, prima da prefetto d’ordine, poi da vicerettore e, infine, da economo.

Al termine di questa celebrazione eucaristica - così ha esordito don Giancarlo - sono grato di vero cuore al Signore Gesù, il Sommo Sacerdote, che si è fidato della mia semplice persona per assegnarmi un compito molto più grande della mia vita: annunciare il suo vangelo ed essere dispensatore dei suoi misteri”.

Non mi sono mai sentito solo - ammette. Egli mi ha assistito in questi lunghi anni di servizio sacerdotale e pieno di gioia ringrazio mons. arcivescovo per l’affetto dimostratomi in tante forme e in tanti momenti negli ultimi anni. La mia gratitudine raggiunga anche l’arcivescovo emerito, mons. D’Ambrosio e colgo l’occasione anche per elevare al Sommo bene una preghiera di suffragio per gli altri vescovi tornati alla casa del Padre che ho avuto l’onore di servire e che - ne sono certo - dal cielo continuano a pregare per me e per la nostra amata Chiesa di Lecce: mons. Minerva, mons. Mincuzzi e il caro mons. Ruppi”.

Grazie a tutti voi - ha concluso - cari miei confratelli nel sacerdozio che sempre, ma soprattutto in questi giorni del mio Giubileo sacerdotale, mi avete fatto sentire l’affetto e la stima: continuate a pregare per me come io prego per ognuno di voi. Grazie a tutti coloro che mi hanno raggiunto con un pensiero, con un messaggio, con una parola… e che fanno parte della mia vita e del mio ministero. Grazie: siete per me testimonianza viva dell’amore del Signore”.

E come segno della sua riconoscenza e per continuare a fare memoria di quel 17 maggio 1970, per chi gli ha rivolto attestazioni di affetto e di gratitudine, ha preparato due segni semplici ma dall’alto contenuto spirituale: la RISTAMPA dell’omelia di San Paolo VI nel giorno della sua ordinazione e l’IMMAGINETTA-RICORDO di questa giornata.

Con grande affetto fraterno.

 

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