Martedì, 6 novembre, Emanuele Tramacere verrà ordinato diacono da mons. Michele Seccia in cattedrale nel giorno della Dedicazione insieme a Gabriele Morello, Luca Curlante e Angelo Rizzo.
È la storia di un uomo, quella che vi raccontiamo, che ha creduto in un sogno, e lo sta vedendo realizzarsi!
Emanuele nasce il 21 dicembre del 1994, a Campi Salentina. I genitori, Maria Antonietta e Walter, da sempre impegnati nella comunità parrocchiale e nella fraternità francescana, lo chiamano Emanuele, che, secondo l'evangelista Matteo, vuol dire: “Dio è con noi”, riferito ad un altro bambino nato nello stesso mese: Gesù.
Emanuele cresce nella comunità dei suoi genitori, la parrocchia dei Frati cappuccini e si fa subito notare per la sua vivacità e, nel contempo, per l'impegno a servir messa.
È una maturazione che si manifesta di pari passo con la crescita dell'età a condurlo a sognare di diventare missionario.
Il suo parroco e suor Giacomina lo aiutano in questo percorso, fino a quando Emanuele chiede di entrare in seminario minore, dopo un percorso settimanale di approfondimento vocazionale.
Emanuele ha ricevuto una formazione francescana, sia in famiglia che in parrocchia, ma il suo sogno, sull’esempio di Papa Francesco, è quello di vivere la chiamata da prete diocesano con una spinta in più, una spinta intrisa di spiritualità francescana.
Sono anni fondamentali per Emanuele, sui quali costruire la casa sulla roccia che neanche i venti possono abbattere. La cappella del seminario è il luogo nel quale si forgia alla scuola di Gesù.
È un dialogo aperto e continuo, il viso è spesso solcato di lacrime: sono la gioia per aver superato una difficoltà, una incomprensione, sono la forza dell'amore, di Dio che lo chiama alla sua sequela.
È il miracolo del dolore che si trasforma in amore, tutti i giorni nell'eucaristia, e che trasforma i volti e i cuori, come recita il salmista: "Guardate a lui e sarete raggianti, non saranno confusi i vostri volti”.
E l’amore di Dio, che lo ha scelto quando è nato, lo accompagna al seminario maggiore. Lo studio della teologia lo aiuta ad approfondire l'amicizia con Dio, affiancato da padri spirituali che lo seguono con amore filiale.
Il suo ricordo va a don Antonio Giancane, don Stefano Spedicato e, in particolare, a don Flavio De Pascali, che gli è stato vicino negli ultimi anni.
Il sogno delle missioni non è svanito, semmai un po' sopito, ma l'Albania prima, e l'Africa lo scorso anno sono l'esperienza per radicare in cielo la sua vocazione. Le tante persone incontrate gli testimoniano che non bisogna mai perdere la fiducia in Dio.
Ed è proprio quando era in Albania che ha sentito forte la sua chiamata: “Portando, un giorno, l’Eucarestia ad una persona anziana, rimasi profondamente colpito dalle sue lacrime e dalle sue parole. Dopo aver ricevuto Gesù, l’anziano signore ci confidò di aver pianto solo due volte nella propria vita: alla caduta del regime e quel giorno mentre riceveva Gesù. È in quell’istante che ho veramente compreso come il ministero eucaristico, sia un 'ponte' verso l’altro”.
Come recita San Paolo: “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere”, e la generosità di Emanuele martedì gli farà dire il suo: “sì” al ministero che lo attende da quel 21 dicembre nel quale è nato.
Ha tanta trepidazione ed emozione, sentendo la vicinanza del Signore che lo accompagnato in questo cammino.
La sera di Tutti i Santi (VIDEO) la sua comunità parriocchiale gli ha fatto da testimone durante la Declaratio nella quale ha assunto solennemente davanti all'arcivescovo Seccia tutti gli impegni a cui lo chiamerà l'ordine del diaconato.