Per gentile concessione dei figli, pubblichiamo un breve profilo del prof. Reno Sacquegna, deceduto poche ore fa all’età di 84 anni presso la Rsa “San Domenico” di Cavallino, dove era ricoverato da un mese. Domani alle 17 a San Lazzaro, l’arcivescovo Michele Seccia, presiederà il rito funebre.
Affidiamo al ricordo dei figli (l’autore materiale è Pierpaolo) il primo contributo per ricordare anche a chi non lo ha conosciuto, Reno Sacquegna. Pubblichiamo lunghi tratti della lettera di presentazione indirizzata ai responsabili della Rsa di Cavallino, un tentativo sintetico ma ben riuscito, per raccontare la poliedricità di un uomo, un marito, un padre, di un maestro, di un testimone. Fulgido esempio di laico cattolico al servizio della Chiesa di Lecce e dei suoi pastori in ogni stagione della sua vita.
“Una tazzina di caffè con un cucchiaino di zucchero appena sveglio e due guanciali per dormire, mio padre non ha mai avuto grandi pretese. Ha sempre guardato alle esigenze degli altri più che alle proprie, in particolare ai bisogni dei più piccoli e disagiati.
Giovanissimo, poco dopo la maturità classica conseguita presso il Liceo Palmieri e prima della laurea in Lettere e Filosofia a Bari, ebbe l’incarico di dirigere il Collegio Fiorini che ospitava gli orfani di guerra. Una volta entrato nel mondo della scuola, prima come professore di materie letterarie e poi come preside e collaboratore del provveditore, ha contribuito alla elaborazione della disciplina legislativa sull’integrazione degli alunni disabili nella scuola ordinaria, operando poi per la concreta applicazione della stessa. Concetto, quello dell’integrazione, adesso acquisito, ma che nella seconda metà del secolo scorso era del tutto innovativo e non da tutti apprezzato.
Ha scritto in collaborazione con il prof. Francesco Costantino anche un libro: “Obiettivo partecipazione”, adottato per anni come testo di educazione civica in molte scuole salentine.
Pazienza, pacatezza (non lo abbiano mai visto arrabbiato) e disponibilità agli altri, preparazione culturale e capacità oratoria da tutti riconosciuta come lucida e coinvolgente, sono qualità che ha messo a disposizione, in particolare della Chiesa di Lecce. Ma più di tutto io sono sempre rimasto ammirato dalla sua fede solida, senza dubbi o incertezze, posta a fondamento di ogni scelta quotidiana.
Tanti gli incarichi diocesani. Presidente diocesano di Azione cattolica negli anni ’70, (direttore de ‘L’Ora del Salento’ durante l’episcopato di mons. Minerva e firma di punta di ‘Rosso di sera’ durante l’episcopato di mons. Mincuzzi, ndr) preside del Liceo classico diocesano, responsabile dell’Ufficio diocesano per l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole e tanti altri incarichi portati avanti con dedizione e rinunciando a qualsiasi remunerazione o rimborso spese.
Ha dato anche un contributo notevole anche alla società civile. Per molto tempo, negli anni 1990-2010, si è dedicato, come sempre, ai più piccoli, attraverso il suo impegno nell’Unicef Italia di cui è stato anche presidente regionale e componente nazionale del Collegio dei Probiviri.
Nel 2012 mia madre, di dieci anni più giovane, si è ammalata di tumore al polmone. Mio padre, ottantenne, ha rinunciato a tutti i suoi incarichi per dedicarsi esclusivamente a lei. Lo ha fatto con la sua solita dedizione e precisione. Alla morte di mia madre, dopo un primo periodo in cui, su sollecitazione della dott.ssa Leo dell’ospedale oncologico di Lecce, ha contribuito alla nascita dell’associazione ‘La chiave d’argento’ per l’assistenza degli ammalati geriatrici oncologici, si è chiuso in un suo mondo solitario… […] È cambiato tutto il suo modo di essere. Sempre aperto agli altri adesso si è chiuso in se stesso.
[…] Le ho descritto brevemente la figura di mio padre, non per orgoglio o vanto, ma perché il mio rammarico è che lei e la sua equipe della Rsa San Domenico, lo conoscerete come è adesso. […]
Noi figli lo affidiamo, non a cuor leggero, ma con grande fiducia alle vostre cure che saranno ancora più affettuose perché consapevoli di ciò che il prof. Reno Sacquegna ha fatto per il bene comune.
Se è possibile, il secondo guanciale lo portiamo noi, nella illusione di sentirlo meno distante”.