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È morto questa mattina il metropolita Gennadios, arcivescovo ortodosso d’Italia e Malta ed Esarca per l’Europa meridionale, grande protagonista del movimento ecumenico nel nostro Paese.

 

 

Gennadios era noto anche a Lecce per esserci passato diverse volte e per aver contribuito alla preparazione e alla realizzazione della visita del Patriarca ecumenico Bartolomeo I giunto in città su invito dell’arcivescovo Domenico D’Ambrosio nel dicembre del 2016.

È stata la Sacra Arcidiocesi ortodossa d’Italia e Malta ad annunciarlo “con umana afflizione” in un comunicato rivolto “al popolo cristiano”. Per l’Italia, il metropolita Gennadios è stato un vero apripista del dialogo tra le Chiesa d’Oriente e Occidente. È stato il primo vescovo ortodosso in Italia dopo 275 anni. Il primo ad essere stato ordinato chierico ortodosso con questo grado sul suolo italiano, alla presenza dei rappresentanti del Vaticano e dell’Italia. Il 26 agosto 1996 è stato eletto all’unanimità arcivescovo metropolita d’Italia ed è stato intronizzato nella storica cattedrale di San Giorgio dei Greci a Venezia il 27 ottobre dello stesso anno.
Gennadios era nato a Kremastì nell’isola di Rodi l’8 luglio 1937. Ha concluso il ciclo di studi primari presso la scuola elementare della stessa isola ed ha proseguito, quindi, nella scuola ecclesiastica di Patmo. Ha studiato Sacra Teologia nella Scuola teologica di Chalki. Ha ricevuto l’ordinazione diaconale, il 16 aprile 1960, dall’allora metropolita di Rodi Spiridione nel Sacro Monastero della Santa Trinità a Chalki e con tale grado fu inviato dal patriarca ecumenico Atenagora in Italia e, precisamente, a Napoli.  Ha concluso il suo ciclo di studi nell’Università di Napoli e presso il Pontificio Istituto di studi teologici dell’Italia Meridionale, dove ha conseguito il dottorato in Sacra Teologia con una tesi in lingua italiana, su “Il contributo del Patriarcato ecumenico per l’unità dei cristiani”, che costituisce il primo lavoro storico scritto in un centro studi cattolico da parte di un chierico greco ortodosso. Ha poi proseguito gli studi alla Facoltà di Teologia dell’Università Aristotelica di Salonicco.

Per dieci anni ha insegnato Teologia patristica presso l’Istituto universitario di San Nicola a Bari. Nel corso del suo cinquantennale servizio in Italia ha sviluppato in modo brillante ed efficace un’attività in campo ecclesiastico, spirituale e sociale, grazie alla quale ha ricevuto come riconoscimento, da parte delle autorità della Repubblica Italiana, la decorazione di Grand’Ufficiale. Ha partecipato attivamente, in qualità di rappresentante della Chiesa madre, a numerosi convegni scientifici, missioni e manifestazioni ecclesiastiche.  Come arcivescovo metropolita d’Italia, ha fondato circa 65 nuove parrocchie e nel corso degli anni del suo governo pastorale sono state accolte nel seno della arcidiocesi ortodossa nuove parrocchie e nuovi chierici.

“Ha fatto rifiorire l’ortodossia proprio nel centro del Cattolicesimo romano” e soprattutto ha diffuso nel cuore stesso del suo popolo “l’ecumenicità del Patriarcato ecumenico”. Parlando di lui, il patriarca ecumenico Bartolomeo I, disse: “Avete lavorato per moltissimi anni in modo missionario per il vostro gregge, distinguendovi per molti e vari carismi, che esprimono la personalità di vostra eminenza, tra i quali i più grandi sono l’umiltà e la dolcezza, la tranquillità e la saggezza del vostro carattere, ma più grande di tutti è il vostro amore e la fede verso la Madre Chiesa ed il vostro senso ecclesiastico che onorate e per mezzo del quale vi onoriamo”. A breve - afferma la nota dell’Arcidiocesi ortodossa - seguiranno le comunicazioni relative al rito delle esequie.

 

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