Il tempo, alcune volte, smentisce anche i porporati. Nel concistoro del prossimo 28 novembre, annunciato “urbi et orbi” domenica scorsa da Papa Francesco al termine dell’Angelus, il mons. Marcello Semeraro sarà creato cardinale.
Un’elevazione alla porpora nel solco della nomina, dello scorso 15 ottobre, a Prefetto della Congregazione delle cause dei santi. Un approdo che, però, esattamente dieci anni fa, l’ormai prossima eminenza nemmeno immaginava. Anzi, quella della berretta cardinalizia era un’ipotesi che lo stesso Semeraro schivava senza troppi giri di parole bollando i rumors, che già all’epoca lo davano in predicato di entrare nel sacro collegio, come “voci prive di senso”.
Due lustri dopo, la storia e le decisioni di un Papa chiamato Francesco l’hanno smentito. Insomma, capita che anche i cardinali sbaglino le previsioni.
Correva, dunque, l’anno 2010. Il Pontefice rispondeva al nome di Benedetto XVI e Bergoglio era l’arcivescovo di Buenos Aires. Era il 31 ottobre. Giusto dieci anni fa. E quel giorno il Nuovo Quotidiano di Puglia pubblicò una lunga intervista (a tutta pagina) che Semeraro rilasciò ad Adelmo Gaetani, uno dei maestri e dei decani del giornalismo pugliese. La domanda in questione era la penultima. Eccola: “Monsignore, molti osservatori di cose vaticane vedono già sulla sua testa la berretta cardinalizia. Esagerazioni?”, chiese Gaetani. Un interrogativo, leggendolo dalla prospettiva odierna, quasi "profetico".
Perentoria fu la risposta del pastore di Albano. “Guardi, appena finita questa conversazione vado a tenere una conferenza. Poi ho il lavoro di vescovo che mi impegna tanto. Il resto conta davvero poco. Meglio lasciar perdere certe voci prive di senso”, replicò Semeraro.
L’idea della porpora insomma non era in cima ai suoi pensieri. E la nomina a prefetto, e quindi a cardinale, è arrivata alla soglia dei 73 anni, quando forse nemmeno il prelato originario di Monteroni se l’aspettava.
Abituato ormai ad essere uno dei più stretti e ascoltati collaboratori di Bergoglio, amico fidato del Santo Padre già da prima dell’elezione al soglio pontificio, al di là del colore dell’abito corale. Una missione di servizio che proprio Semeraro, che tra meno di un mese sarà cardinale elettore, aveva sottolineato in un altro passaggio dello stesso colloquio con Gaetani.
“Sono sorpreso quando si parla di incarichi, promozioni o di carriere con riferimento a un vescovo. Noi siamo chiamati a rendere un servizio alla comunità ed è importante farlo con tutto l’amore e la passione possibili. Il resto - sottolineò Semeraro - conta davvero poco».