Nella tradizione leccese il culto della Madre di Dio Assunta in cielo si è come unito, in un'unica armonia, con quello dedicato al fondatore della Chiesa locale, il martire Oronzo, figura riconosciuta come il primo battezzato ed il primo vescovo del cristianesimo in Puglia.
Simbolo di tutto ciò è il duomo del capoluogo salentino di cui la Vergine è titolare da tempo davvero immemorabile ma in cui una lampada, perennemente accesa, indica anche l'ipotetico sepolcro del santo patrono. È dunque significativo che, proprio nella splendida cattedrale barocca, il neo-cardinale Marcello Semeraro abbia voluto presiedere l'eucarestia (CLICCA QUI PER LA DIRETTA DI PORTALECCE) in una giornata indimenticabile per l'intera arcidiocesi come quella di domenica 20 dicembre che ha segnato il culmine della due giorni che lo ha visto protagonista.
Compiere un profondo atto d'amore per la Vergine - esaltata sul proprio emblema episcopale attraverso il simbolo della stella ad otto punte - e riflettere su quella fedeltà a Cristo sino alla morte, incarnata da Oronzo ma rappresentata dalla porpora cardinalizia ricevuta dalle mani del pontefice sono stati i motivi principali che hanno spinto don Marcello a tornare nel luogo che custodisce le radici più profonde della comunità cristiana che lo ha generato e che fu testimone, nell'ormai lontano 1998, della sua ordinazione episcopale.
A salutare, con grandissima gioia, il ritorno di mons. Semeraro nella città di Lecce sono stati l'arcivescovo Michele Seccia ed il card. Salvatore De Giorgi che lo ha accolto nel Sacro Collegio. Davvero eloquente è stata poi la presenza di sette vescovi pugliesi, legati al neo-porporato da profondi vincoli di sincero affetto e che hanno voluto unirsi a lui nella solenne cerimonia. Quasi a simboleggiare i sette doni dello Spirito Santo, tanto cari ai suoi studi teologici, don Marcello ha avuto così al suo fianco la sapienza di mons. Luigi Renna, vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano, il consiglio dell'arcivescovo di Otranto, mons. Donato Negro, l'intelletto di mons. Domenico D'Ambrosio, arcivescovo emerito di Lecce, la scienza del vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, mons. Vito Angiuli, la fortezza di mons. Domenico Caliandro, arcivescovo di Brindisi-Ostuni, la pietas del vescovo di Nardò-Gallipoli, mons. Fernando Filograna ed il timor Dei di mons. Cristoforo Palmieri, vescovo emerito della diocesi albanese di Rëshen.
Nel corso della toccante omelia, mons. Semeraro ha voluto ricordare i momenti di svolta del proprio ministero di pastore, mettendone in risalto gli inevitabili timori e inquietudini dovute a responsabilità di servizio ecclesiale sempre più notevoli ma dipingendo altresì tutta la bellezza della vocazione sacerdotale e del dono della propria persona al cielo che permette di superare di slancio qualsiasi difficoltà.
Photogallery di Arturo Caprioli.