Nel freddo inverno della pandemia, mentre dal calendario emerge la gioia discreta e serena delle festività natalizie, il pensiero corre spontaneamente anche al ricordo del periodo estivo, carico di relax e sollecitudine allo stesso tempo, come cerniera tra un anno pastorale che si chiude e l’altro che si affaccia alla porta delle parrocchie.
È il tempo in cui gli appassionati di calcio si informano sulla costruzione nuova della propria squadra del cuore e della concertazione generale del campionato che verrà, mentre nel presbiterio scatta lo sport del toto-nomine per i pochi giovani preti (o quasi-preti), che il calo drammatico del numero delle vocazioni consente di programmare.
Ecco allora che, ancora una volta come sorpresa dello Spirito Santo del tutto inaspettata, la comunità parrocchiale della chiesa madre di Lequile ha accolto l’invito dell’arcivescovo, che ringrazia sentitamente per la fiducia accordatale, di vivere quest’anno pastorale insieme al seminarista Antonio De Nanni, ormai alla vigilia dell’ordinazione diaconale.
Sin da subito Antonio si è presentato senza coloranti, né conservanti: come natura crea lo Spirito consacra. Sia nell’esperienza in parrocchia che nelle testimonianze offerte altrove, infatti, egli non si è mai fatto scudo della sua storia personale, costellata pure da sofferenze, ma ne ha fatto la sua ricchezza di vita e la sua opportunità di crescita.
Tutto questo si è tradotto, perciò, in uno stile relazionale sereno, empatico e disponibile, nonché giocoso e gioioso, che gli consente di comunicare con efficacia le idee più profonde; con un linguaggio semplice e pacato, infatti riesce a toccare il cuore nei momenti giusti, dimostrando la capacità di entrare nell’intimo dei suoi interlocutori, cogliendone i diversi aspetti della vita, fatti di ricordi, emozioni, buoni sentimenti ed anche, a volte, sofferenze e patimenti crudeli.
Inoltre, anche in rapporto alla vita diocesana, partendo dalle relazioni con gli altri seminaristi fino ai confratelli, Antonio si dimostra capace di generosità nel servizio e di obbedienza fattiva, diventando elemento di unione, sicuramente molto legato alla comunità di origine di Arnesano, ma aperto alla vita ministeriale ampia che la consacrazione nell’Ordine sacro comporta.
Per questo egli anche ultimamente, fino a questi giorni, ha vissuto con pazienza e serenità le diverse variazioni di luogo e di data concernenti la sua ordinazione diaconale, dovute alla situazione eccezionale di pandemia, che da mesi si diletta a sconvolgere anche le programmazioni delle comunità cristiane.
Con la sua consacrazione il presbiterio di Lecce si appresta ad aggiungere un bel pezzo di pane, di semola (che lui senz’altro gradirà), di quelli belli saporiti, pronto per essere spezzato in una vita di servizio e, quando i tempi saranno maturi, nel ministero del Pane di vita eterna.
*arciprete di Lequile
La celebrazione eucaristica con il rito di ordinazione diaconale presieduta dall’arcivescovo Michele Seccia, domani alle 18, nella chiesa madre di Arnesano, verrà trasmessa in diretta sulla pagina Fb di Portalecce e su Telerama (ch 12).