Anche l’arcidiocesi di Lecce si appresta a vivere la Messa del Crisma, tradizionalmente collocata nella Settimana Santa e, per il secondo anno consecutivo, traslata a motivo della situazione pandemica in corso.

Tale celebrazione è evento propizio perché la comunità ecclesiale locale si manifesti in tutte le sue espressioni, vengano benedetti gli olii degli infermi e dei catecumeni, si consacri il crisma e i sacerdoti rinnovino davanti al proprio vescovo le promesse fatte nel giorno della sacra ordinazione.

L’arcivescovo Michele Seccia ha pertanto convocato nella chiesa madre della diocesi, tempio nel quale è collocata la sua cattedra di successore degli apostoli, mercoledì 14 aprile alle 18.30.

La nota inviata dalla segreteria del presule leccese a tutti i presbiteri così recita: “tutti i sacerdoti e i diaconi i possono partecipare alla messa crismale, nonostante le restrizioni dovute alla pandemia; si richiede, altresì, ai parroci della città di Lecce di invitare due parrocchiani a prendere parte alla celebrazione, così da garantire la presenza di una rappresentanza laicale”.

Perché questo giorno abbia carattere spiccatamente ecclesiale, si domanda di coinvolgere gli istituti religiosi presenti nel territorio di ciascuna comunità, in modo che un rappresentante di ogni casa possa prendere parte alla grande concelebrazione cui interverrà anche l'altro presule presente attualmente in diocesi: il vescovo emerito di Rreshen, il vincenziano Cristoforo Palmieri.

La Chiesa leccese accoglie, dunque, questo momento di lode e gratitudine al Signore come un ulteriore dono del Risorto e lo prega perché continui ad essere la pietra angolare su cui si regge l’unita tra il vescovo, i sacerdoti, i diaconi, i religiosi, i consacrati e il popolo di Dio che in questo lembo di terra camminano e operano per essere il Cristo continuato e diffuso nella storia.

La Messa del Crisma - per la regia di Tonio Rollo e il commento alla liturgia di don Vito Caputo – mercoledì 14 aprile alle 18,30, verrà trasmessa in diretta sulla pagina Fb di Portalecce e su Telerama (ch 12).