Un incontro semplice, intenso e familiare, caratterizzato dalla fraternità e vicinanza del Santo Padre ai giovani sacerdoti che si preparano a vivere il loro ministero a servizio della Chiesa e del Santo Padre nelle varie missioni diplomatiche, la visita che Papa Francesco ha voluto compiere l’altra sera alla comunità della Pontificia Accademia Ecclesiastica (PAE), l’istituzione vaticana che da 320 anni forma il futuro personale delle Rappresentanze Pontificie.
Tra gli alunni dell’Accademia, insieme ad altri tre sacerdoti pugliesi (don Gianluca Casanova della diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, don Cosimo Alò dell’arcidiocesi di Taranto e don Vincenzo Marinelli della diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi) anche il ‘nostro’ don Gianmarco Errico, giovane sacerdote di Trepuzzi, per pochi mesi segretario dell’arcivescovo Michele Seccia, prima di essere poi chiamato a compiere il percorso accademico.
Un appuntamento atteso da due anni con trepidazione ed entusiasmo, mancato lo scorso anno a causa della pandemia; un segno concreto della paterna prossimità e dell’attenzione del successore di Pietro.
Papa Francesco si è trattenuto per più un’ora con i sacerdoti in un dialogo semplice e aperto. Il presidente dell’Istituzione, mons. Joseph Marino a nome di tutti, ha salutato e ringraziato il Papa per aver accolto l’invito, presentando la comunità, formata da 40 preti di cui 38 studenti provenienti da 25 Paesi, ed informandolo che, nonostante la crisi sanitaria causata dalla pandemia, sono state svolte tutte le attività previste per l’anno accademico scandite dalla preghiera, dallo studio e dai vari incontri formativi.
In un clima familiare, gli alunni dell’Accademia hanno posto alcune domande al Santo Padre, il quale non ha mancato di dare risposte chiare, paterne e concrete. Numerosi temi sono stati affrontati, tra cui le sfide attuali che vive la Chiesa, la missionarietà, il cammino sinodale, e l’importante ruolo della diplomazia pontificia bilaterale e multilaterale.
Papa Francesco ha delineato alcune caratteristiche ed attenzioni che il buon diplomatico dovrebbe coltivare ed esercitare nel suo ministero: essere uomini di preghiera, aperti all’ascolto del Vangelo, alle novità, ma nel contempo radicati nella Tradizione, pronti al dialogo e al confronto.
Parlando circa l’auspicata esperienza dell’anno missionario degli alunni, il Papa ha sottolineato che tale periodo formativo, svolto nelle periferie della Chiesa universale, arricchirà il loro bagaglio personale, umano, culturale e linguistico.
(da L’Osservatore Romano)