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È appena iniziato il secondo anno di narrazione del cammino sinodale della Chiesa italiana. L’11 luglio scorso è stato consegnato alle Chiese d’Italia, dalla Conferenza episcopale italiana (Cei), il documento I cantieri di Betania. Prospettive per il secondo anno del Cammino sinodale (SCARICA).

 

 

 

La data coincidente con la festa di San Benedetto Abate, patrono d’Europa “non è una semplice coincidenza” chiarisce il card. Matteo Zuppi, neo presidente della Cei, “ma una sottolineatura importante di come il nostro cammino si inserisce nell’orizzonte più ampio del processo sinodale voluto da Papa Francesco e che si prepara a vivere, dopo la consultazione nazionale, la tappa continentale”.

La Chiesa di Lecce ha sperimentato, in comunione con le altre Chiese d’Italia, un percorso di consultazione il più possibile ampio e capillare cercando di superare gli ostacoli di questo primo anno, dalla pandemia alla guerra, che hanno rallentato il processo narrativo e di ascolto in un clima collettivo di disagi, sofferenze e lutti.

Ciononostante le comunità leccesi hanno saputo generare entusiasmo, condivisione e progettualità importanti e fortemente ispirati dallo Spirito. Infatti, il deciso apprezzamento per la conversazione spirituale ha rappresentato un collante per le diverse comunità ed organi di partecipazione intervenuti.

Da qui si ripartirà, integrando il metodo della conversazione spirituale con cantieri di carattere laboratoriale ed esperienziale tra cui scegliere, tre dei quali già indicati nel documento e l’ultimo da aggiungere, sul discernimento di ogni diocesi, secondo le priorità emerse dalle consultazioni sinodali.

La metafora del ‘cantiere’ richiama alla mente uno spazio aperto all’interno di un contesto già definito, un luogo di progettazione e di condivisione nel quale le differenze delle competenze personali si completano per la realizzazione del progetto.

Prima delle letture sistematiche e delle risposte pastorali, a cui saranno dedicate le successive fasi sapienziale e profetica, siamo ancora nel tempo dell’ascolto, e la sfida consiste nell’attivare “vie plurali di coinvolgimento”, come dice don Vito Mignozzi, “di quanti hanno a cuore la vita e le sorti della comunità cristiana”; ma anche di chi, apparentemente distante, può partecipare a quest’opera di edificazione della Chiesa del terzo millennio.

                                                                                                                 *referente sinodale diocesana

 

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