Mi chiamo Gian Mario e da quasi tre anni combatto con una malattia rara e con tutto quello che ne consegue. Non starò qui a soffermarmi su come è successo, come sto ora, che malattia è, come mi sento...
Ma vi parlerò di come un umile uomo ha riscoperto, dentro di sé, la fede, che è più forte di ogni cosa. La mia disperazione, causata da questa malattia, ha fatto sì che un mese fa incontrassi don Luca Nestola, parroco di Merine, paese in cui vivo oggi. Subito, e senza chiedere nulla - il perché e il come mai - don Luca e tutta la comunità mi hanno aiutato, e tutt’ora mi stanno aiutando, ad affrontare questa situazione a dir poco assurda e incredula agli occhi e alle orecchie delle persone.
Ma arriviamo allo scorso 10 marzo 2023. Con mio grande stupore e gioia, don Luca, assieme a Padre Alfredo Marchello e don Andrea Gelardo, sono venuti a casa mia e della mia compagna Elena con l'arcivescovo Michele Seccia. Non credevo ai miei occhi. Nella mia vita, finora, avevo conosciuto i preti delle varie parrocchie e il Papa solo attraverso la televisione. Nulla di più.
Perciò capirete sicuramente l'emozione che ho provato ad avere a casa mia l’Arcivescovo, persona importante ma allo stesso tempo così umile, buona e sincera.
Abbiamo parlato della mia malattia e delle varie conseguenze, abbiamo parlato della fede, di teologia, della nostra vita passata e delle domande che ci poniamo, tutti assieme, come vecchi amici che si rincontrano dopo un lungo periodo di tempo. Tutto questo è stato per me come un qualcosa di strano, irreale ma al contempo bellissimo.
Le emozioni che ho provato non riesco né a spiegarle né a scriverle. Riesco solo ad esprimere un’immensa gratitudine all'arcivescovo Michele per quello che mi ha trasmesso assieme a Padre Alfredo, don Andrea ma soprattutto a don Luca, senza il quale non avrei potuto fare questa esperienza d’incontro.
Tutte queste emozioni si sono trasformate in un pianto liberatorio che non usciva sin da quando ero un bambino; lacrime che anche tutt'ora - mentre scrivo - non cennano a fermarsi.
Spero, un giorno, di poter incontrare nuovamente l'Arcivescovo e di poter parlare di nuovo con lui.
Intanto, come tutte le domeniche mattina, sarò in Chiesa a pregare assieme a tutta la comunità di Merine, aspettando un altro segno di Nostro Signore. Perché sono sicuro che le coincidenze non esistono.
Incontrare don Luca, incontrare la comunità di Merine e, alla fine, l'arcivescovo per me non è stata una mera coincidenza o fortuna che si suol dire. Sono certo, infatti, che in tutto questo c'è e ci sarà sempre il disegno e la mano di Dio.
Grazie con tutto il cuore, arcivescovo Michele, grazie mille don Luca per esserci sempre e per la bellissima sorpresa. Non smetterò mai di ringraziarvi. Con affetto. Gian Mario