Si apre oggi, venerdì 17 marzo, la Visita Pastorale a Lizzanello. In mattinata l’arcivescovo incontra gli ammalati e a seguire, assieme alla comunità di Merine avrà l’incontro con le autorità locali presso l’atrio del plesso dell’ormai ex scuola media, presto nuova sede del palazzo municipale.
Nel pomeriggio dopo l’accoglienza nella chiesa parrocchiale alla presenza dei ragazzi e dei bambini della catechesi, il vescovo parteciperà alla Via Crucis e celebrerà la messa delle 18.30. A seguire l’appuntamento con la comunità grazie all’assemblea parrocchiale, alla presenza del Consiglio Pastorale Parrocchiale e dei vari gruppi parrocchiali. Per conoscere meglio la comunità di Lizzanello abbiamo dialogato con il parroco don Francesco Morelli, intervistato anche nella puntata di mercoledì scorso a "Servi inutili... Ma a tempo pieno", su Radio Portalecce (GUARDA).
Don Francesco, quale realtà sociale e parrocchiale troverà l’arcivescovo venendo in visita pastorale?
La realtà sociale di Lizzanello è ricca di associazioni che nell’ultimo tempo cercano di collaborare insieme nel realizzare i vari eventi che animano la comunità cittadina. In modo particolare le tradizioni che, di generazione in generazione, si tramandano e per le quali c’è il coinvolgimento di una larga fascia giovanile. Troverà una realtà parrocchiale vivace con diversi fedeli laici attivi e collaborativi, disponibili a lavorare per creare comunità, aspetto un po' latente nella parrocchia: ma molti passi sono stati fatti in tal senso. Decisiva, in tal senso, è stata la scelta di rendere unico l’altare della comunità, cioè quello parrocchiale. Per questo la comunità si avverte un po' più compatta, unita perché la comunità la fa l’eucarestia come ci ricorda il magistero della Chiesa.
Quali sono i punti di forza e le fragilità più evidenti della tua comunità nei tre ambiti di catechesi, liturgia e carità?
Il punto di forza nella catechesi è la richiesta che ancora persiste da parte delle famiglie e anche la vivacità e l’inventiva delle catechiste; mentre la fragilità sta nella difficoltà di coinvolgere le famiglie che guardano alla catechesi non come un aiuto ad essere cristiani ma come mezzo per arrivare ai sacramenti. La liturgia è caratterizzata dalla forza delle devozioni e dalla pluralità di feste che diventano strumenti di catechizzazione e formazione per la comunità che rischia di diventare però debolezza a causa della scarsa conoscenza di altre forme di liturgia oltre alla celebrazione eucaristica. Per quanto riguarda la carità vi è una grande disponibilità degli operatori e un’ottima capacità di saper agire con altre realtà associative che svolgono lo stesso servizio, garantiscono un punto di forza per una visione globale e comunitaria della realtà, spesso in difficoltà quando si traduce in richieste per fronteggiare difficoltà economiche, non tanto per la diffidenza nell’aiutare quanto nella pluralità, purtroppo, delle richieste.
Che cosa vi attendete dalla visita pastorale e quali sono gli obiettivi da raggiungere a breve e media scadenza?
Attendiamo una presenza familiare del pastore che incontra il popolo. Vogliamo che ci esorti e ci incoraggi ad essere ancora meglio discepoli del Buon Pastore e a sostenerci nell’unico obiettivo, che mi sono prefissato e che è stato la missione affidatami si da quando sono stato inviato come vicario parrocchiali: creare comunione.