Si è conclusa domenica scorsa la Visita Pastorale di mons. Michele Seccia nella parrocchia Maria SS Addolorata di Lizzanello.
La chiusura dell’intensa esperienza di comunione è coincisa con il 53° anniversario della Dedicazione della chiesa parrocchiale, giorno al quale il parroco don Francesco Morelli, sin da quando si è insediato come guida spirituale e pastorale della comunità lizzanellese nel 2018, ha voluto dare la giusta importanza, celebrando con la comunità ricchi appuntamenti religiosi per ringraziare Dio del dono di una nuova casa.
“In questo periodo quaresimale di cammino personale di conversione e di ritorno al Signore - ha detto don Francesco a conclusione della Visita - la visita Pastorale di Padre Michele ci ha fatto veramente assaporare l’immagine del Buon Pastore: ha camminato con noi in questi tre giorni, lungo una strada fatta anche di stanchezza che delle volte porta a diffidare di Dio, a rimpiangere con nostalgia anche il peccato, ma è stato - così come ci aspettavamo - conforto e consolazione. Ci ha fatto sperimentare - ha concluso il parroco - la tenerezza e l’amorevolezza di Gesù, di un Dio che ci cerca e ci ricerca in continuazione e con pazienza e gradualità. Ci ha portato a riconoscerlo quale Salvatore e donatore di Spirito Santo.”
La presenza dell’arcivescovo è stata avvertita dalla comunità veramente come la presenza non di un’autorità ispettrice ma come la mano calda e accogliente che, posata sulla spalla, ha confortato ed esortato a camminare verso il Signore, consci che vivere la cristianità sia certo una sfida ma che non bisogna mai perdere l’entusiasmo nel farlo.
“Continuo a ripetere - ha affermato l’arcivescovo nell’omelia del primo giorno - che la vera comunità siamo noi: persone. Che è giusto festeggiare le ricorrenze che ci legano alle nostre chiese ma è molto importante che venga riconosciuta soprattutto l’importanza del Popolo di Dio che cammina come una comunità verso il Padre”.
Parole semplici, così come quelle riservate agli ammalati, ai titolari di quattro tra le realtà imprenditoriali presenti sul territorio e a tutti i parrocchiani che si sono fermati con lui a scambiare anche solo un semplice saluto. Sul suo volto sono trasparite le stesse emozioni che ognuno di noi ha provato in questi giorni, sorprendendoci a ricordare che, proprio come il Buon Pastore anche il vescovo - al quale ogni tanto guardiamo con soggezione e lontananza - altri non è che un uomo, come noi e al quale oggi certamente ci sentiamo più vicini e al quale, con il cuore colmo di gratitudine diciamo grazie per averci fatto riscoprire e rinvigorire quella fiamma che sin dal battesimo arde in noi.
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