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Pochi minuti. Semplici ma intensi. Sono trascorsi così gli attimi più belli del Natale dell’arcivescovo Michele Seccia: con i ragazzi della comunità socio-educativa del “Dopo di noi” di Via Cimarosa, a Lecce.

 

 

 

Un pastore che “si abbassa” fino a raggiungere il cuore. “Natale è festa di gioia - ha detto l’arcivescovo con parole semplici ai 15 ragazzi con disabilità, ospiti della casa -. “Voi siete i ‘primi’ nel cuore del vescovo: da voi dobbiamo imparare la gioia che non è una materia facile da apprendere”. Poi un’Ave e un Pater e il canto felice dei ragazzi sulle note di Tu scendi dalle stelle e di Astro del ciel per accompagnare l’arcivescovo mentre cullava la statuina del Bambinello prima di “farlo nascere” nel loro presepe.

Selfie con tutti, nessuno escluso. Accompagnato dall’educatrice Patrizia Pati, gli auguri del pastore ad uno ad uno, visto che non tutti hanno indipendenza di movimento: dettagli che non sfuggono agli occhi e nemmeno all’anima. Infine, il dono, per le mani della coordinatrice del centro, Maria Grazia Lezzi: un piccolo presepe realizzato durante i laboratori manuali con materiali di risulta: già “brilla” nella casa del vescovo, accanto ai quadri d’epoca e le statuine natalizie in cartapesta. E se i precedenti non ingannano, presto andrà a finire sulla sua scrivania. Di fianco alla croce che, però, in quei ragazzi non trasuda sangue e lacrime di dolore. Ma gioia infinita. Gioia di Natale.

 

 

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