Una giornata semplice così come semplice è la persona festeggiata. E la sua semplicità è propria di chi sa stupirsi, di chi gode delle cose piccole, quelle belle, fatte di familiarità e di spontaneità.
È così che don Michele (ci sia consentito chiamarlo così almeno per un giorno), il pastore della Chiesa di Lecce, ha voluto festeggiare il suo compleanno. Un giorno per dire grazie al buon Dio per il dono della vita che tocca le settantatré primavere, circondato dalla preghiera e dall’affetto di tutta la Chiesa di Lecce e, in modo speciale, della sua famiglia: i suoi amati sacerdoti.
In un clima di grande gioia, ieri il presbiterio diocesano si è stretto attorno al proprio arcivescovo e lo ha fatto a tavola, lì dove si creano le relazioni più autentiche, nei locali del Centro mediterraneo di pastorale e cultura “Giovanni Paolo II”.
Accanto a lui i due confratelli vescovi: l’arcivescovo Luigi Pezzuto e il vescovo Cristoforo Palmieri, non solo presenze ma fratelli sempre pronti a condividere la vita della comunità diocesana di cui sono parte integrante.
Nelle parole del vicario generale, don Vito Caputo, le felicitazioni di tutti i presbiteri presenti che nel proprio vescovo vedono un padre amorevole, saggio, paziente e sempre pronto ad incoraggiare, incarnando quasi alla perfezione il suo motto episcopale: “adiutor gaudii vestri” (“collaboratore della vostra gioia”).
Cosi don Vito: “Eccellenza, come una famiglia siamo qui attorno alla mensa per gioire con il nostro padre e pastore. Cosa augurarle se non salute, forza e grazia per continuare a guidare la nostra Chiesa particolare? Noi sacerdoti, sua gioia e sua corona (ce lo auguriamo) continueremo a starle accanto promettendole filiale rispetto e obbedienza e continuandole a manifestare il bene grande che ci lega alla sua persona, nella speranza di essere anche noi collaboratori della sua gioia umana ed episcopale”.
Visibilmente commosso e felice è toccato a Seccia prendere la parola per esprimere la sua contentezza: “Miei cari fratelli, grazie! È la parola più semplice, è quella che nasce dal cuore, è quella che rimanda all’Eucaristia! Grazie per la vostra presenza oggi qui al mio fianco, per tutto ciò che siete e fate per le nostre comunità. Nel ringraziare il Padre celeste per il dono della vita, lo lodo anche per la vostra presenza: siete nella mia vita, nella mia storia e tra i miei affetti più grandi. Continuate a volermi bene (lo so e lo sento!) ma soprattutto pregate per me!”
La torta augurale e il brindisi finale hanno suggellato un bel momento dal clima familiare, quello che chiunque ha modo di incontrare il caro don Michele, certamente non può non respirare e del quale, sicuramente resta colpito. “Auguri eccellenza, sia davanti a noi per guidarci a Cristo, sia in mezzo a noi come fratello tra fratelli, sia dietro ognuno di noi come il pastore che custodisce il suo gregge”.
Photogallery di Arturo Caprioli