Per il secondo anno consecutivo l'arcivescovo Michele Seccia, il secondo giorno della festa in onore dei Santi Oronzo, Giusto e Fortunato, nha presieduto la l'eucaristia nello storico santuario di Sant’Oronzo fuori le mura, conosciuto da tutti i leccesi come “La Capu te Santu Ronzu”.
Qui, dove la tradizione vuole che il protovescovo di Lecce venne ucciso dai soldati romani, ieri mattina si sono radunati molti fedeli leccesi per assistere alla liturgia e venerare la nuova statua di Sant’Oronzo voluta l’anno scorso proprio in occasione del 1950° anniversario del martirio, opera dell'artista Marco Epicochi.
Durante l’omelia il vescovo ha ribadito con forza il valore vero e ancora attuale del martirio nella fede, che se nell’antichità si esprimeva con il sacrificio della vita stessa, oggi accade e si vive ancora nelle persecuzioni della fede ma anche nella nostra realtà quotidiana e nella nostra società quando veniamo screditati o sminuiti per la professione della nostra fede che oggi più che mai, nella società, sembra qualcosa di futile, inutile e da deridere.
“Sant’Oronzo ci insegna a dare valore a questo moderno martirio - ha ribadito Seccia - in questo valore bisogna glorificare il Signore, ringraziarlo anche per il dono della sofferenza e non soltanto quando la sorte sembra sorriderci.”
“Dio ci è affianco sempre - ha concluso - ce lo testimonia Sant’Oronzo da questo luogo da cui tutto per noi ha avuto inizio”. Una chiesa piena di fedeli, molti della vicina comunità parrocchiale del Cuore immacolato di Maria guidati dal parroco don Maurizio Ciccarese, tra cui anche l’assessore alla cultura, Fabiana Cicirillo, in rappresentanza dell'amministrazione comunale, ha affidato poi alle preghiere di Sant’Oronzo la nostra città e la nostra diocesi in questi giorni di festa e, come ha ricordato il vescovo, soprattutto, di speranza.