Oggi, festa della Presentazione di Gesù al Tempio, l’arcivescovo Michele Seccia, come fa dall’inizio di questo anno pastorale, ha inviato la sua quarta Lettera alle famiglie della Chiesa di Lecce.
È il modo che egli ha scelto per custodire quella Famiglia che il Padre gli ha affidato.
Una Lettera bella (ALLEGATA SOTTO) che ci invita a guardare in alto, che ci invita a guardare dentro. In alto, verso il cielo. Dentro, verso il cuore della famiglia stessa. Per continuare a disegnare i tratti della identità vera della famiglia cristiana. Una Lettera che ancora una volta presenta l’Icona delle nostre famiglie.
A guardare in alto perché la nostra vita di famiglia non è solo risposta a un bisogno naturale e a una istanza sociale, ma è un si detto a una chiamata che Dio rivolge allo sposo e alla sposa. La scoperta di essere chiamati, nella puntualità del nostro vivere quotidiano, a realizzare un progetto che colloca la bellezza della nostra umanità nel contesto di un progetto grande che è sempre per la gioia reciproca e per la gioia dei fratelli.
L’Icona è ancora una volta la famiglia di Gesù con Maria e Giuseppe.
Come Giuseppe e Maria nel loro dire sì a Dio accolgono e custodiscono l’Autore stesso della vita, sino alla fine, fino alla risurrezione, passando anche attraverso il mistero della croce, così gli Sposi nel loro accogliersi reciprocamente, dicono il proprio sì a Dio. Si impegnano ad accogliere il dono dell’amore di Dio che solo genera la vita. Si impegnano ad “Aprire le porte alla vita. Ad esserne custodi attenti e premurosi. Ma solo custodi”.
Una custodia che è quella stessa del contadino che si prende cura delle piante del suo giardino. Una custodia che è quella stessa che il Piccolo principe riserva alla sua rosa.