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“Notte di luce e di speranza!”. Così l'arcivescovo Michele Seccia ha sintetizzato la Solenne Veglia Pasquale, paventando il rischio che può affacciarsi nella vita di ogni cristiano: considerare la festa odierna come fine e se stessa.

 

 

 

Don Michele ne ha sottolineato la valenza pedagogica in un cammino che deve consapevolizzare il battezzato circa il suo esser venuto da Dio e riguardo alla sua meta finale che è il ritorno al Padre per vivere in Lui.

Tra questi due poli si situa la celebrazione pasquale notturna che preannuncia la vita, che dona la speranza, che dice la certezza della presenza del Vivente.

Con questo spirito il nostro Pastore ha esortato la comunità diocesana a farsi, come le donne del Vangelo, annunciatrice dela vita che vince la morte, dell'amore che sconfiggge il male.

Solo così la Pasqua sarà un morire a sé per vivere con e per Dio.

 

Servizio fotografico di Arturo Caprioli.

 

 

 

 

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