Nelle manifestazioni augurali per il settantesimo compleanno dell’Arcivescovo mons. Michele Seccia, è emerso con particolare attenzione il ringraziamento al Signore per il dono del sacerdozio e del ministero episcopale.

È stato, innanzitutto, il vicario generale mons. Luigi Manca a considerare, nel suo gioioso messaggio a nome della comunità diocesana durante la celebrazione in cattedrale, il profondo rapporto sottolineato frequentemente dallo stesso festeggiato tra ministero sacerdotale ed Eucaristia, nel contesto della teologia del Concilio Vaticano II.

Lo stesso presule, infatti, diverse volte ha fatto riferimento alla sua spiritualità sacerdotale: «la gioia più grande, come dico sempre, è la celebrazione eucaristica, perché è lì che io sento vivo ed avverto la piena responsabilità del compito e della missione che mi sono stati dati».

E, non solo il presule ha ricordato alcuni pregnanti momenti del proprio cammino e delle sue scelte vocazionali, ma ha voluto condividere con i «cari confratelli nel sacerdozio», più volte salutati e ringraziati durante la commossa celebrazione, le prospettive entro le quali vivere l’esperienza sacerdotale: «se vogliamo trovare la finalità della nostra vita, la verità profonda della nostra vocazione, dobbiamo attingere alla visione  nella quale apprendiamo la storia che Dio ha voluto scrivere con e negli uomini».

Per cui, occorre incentrare tutto nella fiducia in Dio, perché «se Dio non manda lo Spirito, non comprendiamo che noi dobbiamo diventare ed essere suo strumento, in quanto è Dio che fa crescere ciò che noi seminiamo».

Ed ecco, allora, le espressioni più profonde del suo cuore di pastore: «cari confratelli, grazie di cuore per l’impegno che condividiamo. Io conto su di voi e vi ringrazio per come vivete il vostro ministero… certo, non dite mai ho realizzato un impegno e mi accontento, occorre andare sempre oltre, sempre di più, poiché l’opera di Dio agisce secondo la nostra disponibilità».

Settant’anni: un anniversario in chiave vocazionale…