0
0
0
s2sdefault

Il prossimo 8 settembre l’arcivescovo Michele Seccia celebrerà il suo Giubileo episcopale a venticinque anni dalla sua consacrazione avvenuta nel 1997 nel Palasport di San Severo, Portalecce accompagnerà i lettori nel ripercorrere la vicenda di una persona, di un sacerdote, di un pastore oggi arcivescovo di Lecce.

 

 

In quel pomeriggio dell’8 settembre 1997 un leggero brusìo fa da sottofondo agli occhi incuriositi dei numerosi fedeli che cercano di vedere il giovane sacerdote Michele Seccia che deve essere consacrato vescovo. 

Nel Palazzetto dello Sport di San Severo è palpabile l’attesa di un popolo che è pronto ad accogliere il nuovo pastore, mentre rimbalzano le voci orgogliose di chi lo consegna alla diocesi con animo grato per quanto ha vissuto con lui, beneficiando delle sue doti umane e spirituali. 

Don Michele è lì, ad aprire la fila dei numerosi arcivescovi e vescovi che sono convenuti per condividere questo momento importante (GUARDA), mentre incede con loro verso l’altare mons. Francesco Colasuonno, nunzio apostolico in Italia, che presiede la concelebrazione, è affiancato da mons. Carmelo Cassati, arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie e da mons. Giuseppe Casale, arcivescovo di Foggia-Bovino, quali con-consacranti.

La preghiera si fa più intensa quando si intona il Veni Creator; l’attenzione, mista a benevola curiosità, cresce mentre i singoli vescovi passano davanti all’ordinando imponendo le mani sul capo; spontaneo - sebbene poco liturgico - scatta l’applauso quando mons. Cassati, già vescovo di San Severo, compie questo gesto sull’eletto. Ma il clima di raccoglimento si ristabilisce subito e continua per tutto il rito di ordinazione fino ad esplodere in un boato di gioia nel momento in cui il nuovo vescovo è mostrato al “suo” popolo e sale alla cattedra episcopale: la Chiesa di San Severo ha il nuovo pastore che si inserisce nella successione dei trentotto che lo hanno preceduto.

Ora è il vescovo Seccia a “prendere” la presidenza dell’Eucaristia, e lo fa con volto sereno, voce decisa, gesto solenne. Tra i suoi nuovi confratelli è il più giovane, eppure si mostra sicuro; coloro che potevano avere qualche perplessità legata alla sua giovane età, già lo vedono come un punto di riferimento e guida affidabile.

L’amministratore diocesano, nella persona di don Michele Farulli, gli consegna come dono della Chiesa sanseverese la croce pettorale, e lo fa con queste parole: “la liturgia di ordinazione episcopale non prevede la consegna della croce pettorale. E allora mi son detto: gliela diamo noi, non per riempire un vuoto, ma perché vogliamo ricordare a voi e a noi che la vittoria non è il nostro pane quotidiano, che le anime si salvaguardano e si ritrovano allargando le braccia, mente e cuore sulla croce che Cristo offre a ciascuno di noi”.

E queste braccia mons. Seccia le ha avute sempre allargate per accogliere tutti, donarsi a tutti e consegnare - come ebbe a dire quella sera nel suo discorso di saluto - il Cristo, Parola di verità e pane della vita.

 

Per le immagini da San Severo (foto e video) pubblicate il questi giorni si ringrazia per la collaborazione Marisa D'Orsi.

 

                                        

                                                                        

*vicario generale San Severo

 

 

Forum Famiglie Puglia