“Riconoscere i segnali del disagio”, seminario organizzato per domani 21 marzo dalla “Bottega dell’orientamento”, rivolto a genitori ed educatori per cogliere il disagio giovanile nella gestione dei processi educativi.
Ritrovare nelle relazioni la “primavera d’intorno”: questo forse l’auspicio recondito nella scelta del 21 marzo per il seminario Riconoscere i segnali del disagio, preziose indicazioni per genitori, insegnanti, formatori e per chiunque operi in campo educativo.
Ad organizzarlo a Lecce presso il centro Sportivo Italiano, via Siracusa 5, alle 19, La Bottega dell’orientamento, associazione di promozione sociale, nata nel giugno 2018, che “si propone - come spiega Daniela dell’Attis, presidente e socio fondatore insieme ad Emanuela Fiorentino “di fornire a soggetti di varie fasce di età un orientamento soprattutto di vita, piuttosto che scolastico o professionale”. Il motto dell’associazione “Siamo tutti fiocchi unici e irripetibili dello stesso manto di neve” esprime i fondamenti del progetto che nella sinergia di competenze pedagogiche, filosofiche e delle neuroscienze “intende fornire tecniche che migliorino le capacità decisionali. L’approccio si avvale dell’empatia nel valorizzare l’unicità della persona e del rapporto con l’altro, all’interno di un mondo condiviso, come i fiocchi di neve che, diversi l’uno dall’altro nella loro costituzione, formano insieme un manto di neve”.
Il seminario si pone come inizio di altri incontri per interrogarsi sul fenomeno della “mancata comunicazione tra le fasce generazionali e sui disagi all’interno del sistema scolastico e dare una chiave di lettura per leggere le richieste d’aiuto”.
In questa direzione si pone l’intervento di Marco Piccinno, professore associato di Didattica presso l’Università di del Salento. “Il concetto scientifico di disagio - afferma - secondo i criteri dei documenti ufficiali dell’OMS riguarda la riduzione delle capacità relazionali, di adattamento, la mancanza di una risposta costruttiva alle richieste esistenziali. Non rientra invece come segnale di disagio la sofferenza. Questo perché è cambiato il concetto stesso di salute che non è più semplicemente assenza di malattia, ma implica le varie dimensioni dell’essere in sintonia relazionale con il contesto di vita”.
Nel mare magnum del disagio il seminario si concentrerà sull’esame delle richieste d’aiuto “che fanno parte dei normali percorsi educativi. Esse variano con la crescita, con il passaggio dai bisogni materiali a quelli di autoaffermazione e di autorealizzazione, secondo la gerarchia di Maslow”. Con la consueta chiarezza Piccinno spiega che: “esistono richieste focalizzate su un bisogno diretto, basate cioè sui contenuti in termini di dare e fare: chiedere al padre aiuto per i compiti. Più complesse sul piano della gestione dei processi evolutivi sono le richieste indirette, focalizzate non su contenuti, ma sull’identità: “questo compito è difficile non ce la farò mai”, che significa aiutami a percepirmi come capace. Imparare a cogliere questi segnali di richiesta d’aiuto - conclude il professore- sul piano dei bisogni educativi è fondamentale per il percorso evolutivo”.