Il reparto Icaro del Lequile 1 dell’Agesci nei giorni scorsi ha consegnato alla comunità cittadina il frutto della sua ultima impresa. Dopo aver scrutato il paese in lungo ed in largo, alla ricerca di uno spazio da rivitalizzare, ha individuato una villetta: recente, quanto a costruzione, ma profondamente trascurata.
L'entusiasmo non mancava, la voglia di lasciare il segno nemmeno: maniche in su, strumenti in mano, divisi in pattuglie e hanno letteralmente rivoltato da cima a fondo lo spazio. La pattuglia logistica ha curato la parte istituzionale e ha tenuto i contatti con le autorità; la pattuglia giardino ha domato l'irrequieto e disordinato verde del posto, riportandolo a una condizione di decoro ed ha piantato alcuni esemplari di corbezzolo. Un'altra pattuglia ha realizzato con pochissimi mezzi un campetto polifunzionale dotato di porte da calcetto e rete da pallavolo. I ragazzi hanno pensato anche agli arredi per la piazzetta, cestini e panchine, riutilizzando materiali di scarto. Ognuno ha fatto del suo meglio, ognuno ha messo a disposizione i propri talenti affinché il risultato finale fosse all'altezza di un così alto obiettivo.
Non a caso parliamo di un obiettivo alto: l'impresa è stata rivolta, sin dal principio, al più nobile degli obiettivi: il bene comune. Ora è compito di tutti custodire questo spazio. I ragazzi dell’Agesci di Lequile lo hanno restituito certi di aver intrapreso il cammino verso la cittadinanza attiva.
“L'ambizione – spiegano dal reparto - è quella di veder nascere, attorno a questa iniziativa, altre iniziative simili. Lequile ne ha bisogno, ne ha bisogno il mondo. Prendiamoci cura del Pianeta, perché è la nostra casa comune”.
Infine i ringraziamenti: “Grazie all'Agesci Zona Lecce Adriatica che in collaborazione con la Provincia di Lecce, tramite il progetto "Tuteliamo l'ambiente" ispirato all'enciclica Laudato sì di Papa Francesco, ha permesso al gruppo Agesci Lequile 1, e ad altri 6 gruppi della zona di realizzare degli interventi finalizzati alla cura e alla salvaguardia dell'ambiente”.
E a proposito di ambiente e di Scout ecco i brani salienti del Messaggio che i responsabili di Agesci Zona Lecce Adriatica hanno diffuso ieri, festa di San Francesco e inizio ufficiale dell’anno associativo.
“La festa di San Francesco, che apre l’anno associativo quasi provvidenzialmente, è occasione per tutti noi di ripeterci la domanda che Francesco fece al Crocifisso di San Damiano: “Signore cosa vuoi che io faccia?”. Francesco d’Assisi ci aiuta principalmente a capire come “usare” il Vangelo e, attraverso la sua vita, imparare a cercarvi l’amore di Dio, le motivazioni del nostro servizio e come indirizzare la nostra vita verso il suo scopo fondamentale. Possiamo così scoprire sempre nuovi aspetti del nostro metodo educativo e rileggerli alla luce del Vangelo”.
“Ai lupetti e alle lupette della nostra Zona – prosegue il messaggio - a cui vanno i nostri pensieri e i nostri auguri di buona caccia, chiediamo di fare un regalo a tutti noi: non fateci dimenticare che la fede è gioia, non fateci mancare i vostri sorrisi, il vostro gioco, la vostra voglia di fare festa, la vostra semplicità, così come Francesco, “giullare” di Dio, ci ha fatto sperimentare con il suo esempio di vita”.
“A tutti noi – concludono - ricordiamo che Francesco è il Patrono della nostra Nazione, il padre generatore della coscienza unitaria della nostra Patria, è l’uomo della povertà, della pace, dell’amore e della custodia del creato. È l’uomo che ha vissuto al massimo grado le tre scelte (cristiana, scout e politica ) del nostro Patto Associativo, scelte, che se vissute veramente, portano al cambiamento e alla testimonianza. Francesco incarna lo spirito dell’identità nazionale. È un Santo che unisce l’Italia con la forza della fede. È un Santo che parla una lingua universale e che vive la sua avventura terrena veicolando libertà e rinnovamento. Francesco è un rivoluzionario. Chiediamogli che continui a cambiare l’Italia ed il mondo con la forza dell’amore e dell’umiltà e, ancor oggi, ci insegni ad essere uomini e donne capaci di generare coesione e promuovere unità e accoglienza nei nostri territori, partendo dalle peculiarità e dai carismi di ciascuno”.