Prendi una “normale” serata in pizzeria, aggiungici tanti cuori che battono all'unisono e tanti occhi e orecchie puntati sui testimoni pronti a donarsi tramite delle parole capaci di lasciare il segno, impasta il tutto... ed ecco a voi il primo #AcLab del Settore Giovani di Azione Cattolica. Swipe Up è il titolo dei tre incontri che caratterizzeranno il cammino del settore giovani.
Significa “scorrere verso l'alto”e rappresenta a pieno il modo in cui ogni giovane di Ac deve vivere la propria vita: tendendo verso l'alto, verso Dio, in altre parole con la “passione delle altezze” come ricordava il Beato Alberto Marvelli.
Prima di entrare nel vivo della serata l’assistente unitario, mons. Antonio Montinaro ha ricordato l'importanza di essere promotori dell'unità in ogni contesto in cui si vive e per farlo non basta essere presenti nella vita dell’associazione e nella vita della parrocchia se non si è artefici e promotori di unità.
Subito dopo si è scatenata la bellezza! Tre testimonianze, tre momenti ricchi di storie di accoglienza nella propria vita. Il tutto senza tralasciare mai l’interazione con chi ascoltava: Instagram e Google Form sono stati gli strumenti che ci hanno permesso di coinvolgere sul momento tutti i 130 ragazzi provenienti dalla vicaria di Squinzano e non solo. Un piccolo segno del fatto che anche i social, se utilizzati con criterio, riescono ad essere un ottimo strumento per diventare missionari.
Grazie alla prima testimonianza si è compreso che per accogliere nella propria vita un’altra vita, come hanno detto Alfredo e Maria Rita insieme al loro figlio Matteo, c’è bisogno di scommettere su se stessi, sull’essere genitori, sull’essere casa accogliente e rifugio sicuro. C’è bisogno di un cuore allargato pieno di gioia infinita. E c’è bisogno di tempo, perché il tempo vissuto come famiglia è un tempo di grazia.
Nel secondo momento è stato affrontato un tema che, di questi tempi, pare essere una delle sfide più complicate: accogliere chi è diverso. Grazie ad un piccolo viaggio nel dna di ciascuno i giovani hanno compreso che ciò che rende diversi, rende unici e preziosi per gli altri: “fatti di-versi, perché siamo poesia!”
Conclusione. “Accogliere Dio è un Mistero”, con don Carmelo e fra Antonio hanno parlato di servizio, comunità e vangelo. Non basta allora solo prodigarsi per essere sempre a servizio, bisogna sforzarsi di “essere servizio”.
Le comunità che accompagnano i ragazzi sono diversità e vicinanza, sono fraternità ma sono per dirla in maniera unica “l’autostrada che porta nel cuore di Dio”.
Il punto di partenza e di arrivo è il vangelo perché per essere luce del mondo e sale della terra non bisogna ambire a chissà quali gesti ma occorre essere se stessi, con le proprie debolezze e insicurezze, con sorrisi e con le parole buone come il Signore ha insegnato.
Prima di lasciarsi i giovani presenti hanno fatto dono di un abbraccio a tutti i partecipanti: c’è chi si è accontentato del biscotto, c’è chi invece ne ha ricevuto uno vero e proprio da parte dei membri dell’equipe giovani di Azione cattolica. Perché, in fin dei conti, “gli abbracci sono un posto perfetto in cui abitare.”
*Ha collaborato Eleanna Longo