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“Questa è una guerra che non avrà vincitori di nessun genere, non c’è alcuna possibilità che da questo conflitto qualcuno esca vincitore”.

 

 

 

Ne è convinto Fulvio Scaglione, per anni corrispondente da Mosca, commentando l’invasione russa in Ucraina che ormai si prolunga da due mesi. “L’Ucraina - spiega il giornalista - era uno dei Paesi più poveri d’Europa già prima della guerra, figuriamoci ora. Sarà l’Occidente, di fatto, a doverlo ricostruire. E non sappiamo da quale situazione si partirà visto che non sappiamo ancora cosa ne resterà”. “Qualunque sia il risultato militare - aggiunge Scaglione - non sarà la Russia a vincere perché l’isolamento - che Mosca sembra persino perseguire rompendo i ponti con l’Occidente e, in modo particolare, con l’Europa con cui condivideva legami storici importanti e fruttiferi per entrambe - è una sconfitta”. Quella che ancora si sta combattendo, ribadisce, “è una guerra che in nessun modo avrà un vincitore. Anche se qualcuno alla fine dirà ‘Ho vinto’, avrà in realtà comunque perso”.

Nel frattempo, sul campo, continua l’offensiva russa. “Dopo aver affidato il coordinamento unico per tutta l’operazione militare al generale Alexander Dvornikov, con esperienza in Siria, hanno cambiato strategia. Le truppe – spiega – si fanno precedere da bombardamenti pesanti e avanzano con molta cautela e lentezza”.

“La questione Mariupol, che alla fine si è risolta a favore dei russi come peraltro ci si aspettava, è importante dal punto di vista strategico”, aggiunge Scaglione, evidenziando che “la conquista di Mariupol consente di collegare anche via terra il Donbass alla Crimea, di controllare il mare d’Azov con l’80% delle coste ucraine del Mar Nero e, se i russi lo vorranno e avranno le capacità, di dare l’assalto anche ad Odessa”.

“Secondo fonti russe - aggiunge il giornalista - al momento in cui i russi hanno completato l’assedio, a Mariupol c’erano 8.100 soldati ucraini e adesso ne resterebbero 2mila che sarebbero quelli asserragliati nell’acciaieria. Se così fosse, gli ucraini avrebbero perso solo a Mariupol migliaia di soldati e, in ogni caso, i 2mila nell’acciaieria potranno anche dare un luminoso esempio di resistenza all’occupante ma sono chiusi lì e non possono essere utilizzati altrove”. “Abbiamo come la sensazione - commenta - che la situazione per come è andata evolvendo sia meno drammatica di come si pensava ad inizio settimana ma, una volta che si farà luce sui fatti di Mariupol è probabile che il conto delle vittime civili sarà impressionante”.

Scaglione sottolinea inoltre che “in due mesi di guerra in Ucraina ci sono stati molti più morti di quanti ce ne sono stati in 8 anni nel Donbass su entrambi i fronti. Se i russi con questa guerra volevano ‘pacificare’ la situazione hanno prodotto un disastro totale, molto cruento”. Al momento, conclude il giornalista, “mi sembra che le trattative abbiano poco fiato; né l’una né l’altra parte hanno intenzione di trattare seriamente, convinte come sono di poter ancora cavare qualche risultato positivo dalla guerra”. Tra i Paesi occidentali, “Stati Uniti, Regno Unito, Polonia e Baltici vedono nel conflitto l’occasione per dare una bella ridimensionata alle nevrosi imperialiste e antioccidentali di Putin mentre Francia e Germania, che all’inizio sembravano più inclini a sostenere la causa della pace, ora sembrano in seconda fila”.

 

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