Lo scorso 15 aprile la rivista Physical Review ha pubblicato un articolo a firma del gesuita Padre Gabriele Gionti e di don Matteo Galaverni della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla.
Tema: une revisione del momento iniziale del big bang. La particolarità è che i due astronomi sono sacerdoti e sono scienziati della Specola Vaticana. “Essi - si legge nella sintesi presentata dalla Specola - hanno indicato una nuova promettente tecnica per capire come la gravità si è comportata nei primi istanti dell’universo”.
In pratica hanno rivisto le leggi della gravità e capito che nella fase iniziale dell’universo erano decisamente diverse. I loro studi offrono una nuova chiave di lettura per le teorie precedentemente formulate sulla fase iniziale di espansione esponenziale dell’universo. In questa ricerca Padre Gionti e don Galaverni stanno seguendo le orme di tanti altri scienziati cattolici.
La Specola Vaticana è l’osservatorio astronomico e centro di ricerca scientifica della Chiesa cattolica, che fa capo al Governatorato dello Stato della Città del Vaticano.
La gestione della Specola Vaticana è affidata alla Compagnia di Gesù. Dal 18 settembre 2015 il direttore è fratel Guy Joseph Consolmagno. Tra le prime grandi imprese scientifiche della Specola, va ricordata la collaborazione nel progetto internazionale della Carte du Ciel, il primo atlante fotografico delle stelle.
La Specola collaborò con altri 21 osservatori di tutto il mondo per portare a termine la mappatura del cielo. Per la realizzazione di questo grande sforzo scientifico fu necessario dotare la Specola di un grande telescopio. Si utilizzò la Torre San Giovanni, situata sempre sulle Mura leonine, dove venne costruita una cupola girevole di 8 metri. Furono 4 suore dell’Istituto Suore di Maria Bambina di Milano che dal 1910 al 1922 catalogarono 400mila stelle. Scienza e fede, dunque non sono in contrasto. E per dirlo con le parole di Galileo: scienza e fede si conciliano in quanto sono entrambi strumenti per comprendere la stessa verità che proviene da Dio.