La chiamano Generazione Z e comprende i nati dopo il 1997 ed è considerata la generazione più imperscrutabile di sempre.
Sara Alfieri, psicologa e autrice di “Verso una nuova meta. Indagine Generazione Z 2020-2021”, parla nel suo libro degli adolescenti, in particolare gli adolescenti della Generazione Z che si differenziano molto dalle precedenti: «Se la lettera Y corrisponde ai Millennials, la Z identifica la coorte demografica di coloro che sono nati approssimativamente tra il 1997 e il 2012 .«È stata anche la prima generazione a studiare almeno una lingua fin dalle scuole elementari, e in più sono abituati ad avere un vicino di banco di una cultura completamente diversa dalla propria».
I ragazzi e le ragazze della Generazione Z, secondo l’esperto vantano poi un altro primato: sono i primi veri e propri nativi digitali, ovvero sono nati e cresciuti interamente nell’epoca di internet. «Lo si vede dalla padronanza nell’utilizzo degli strumenti digitali e dei social network, ma attenzione: per loro smartphone, tablet e videogiochi online sono tuttavia complementari e non sostitutivi delle relazioni face to face. Determinati a sfidare gli stereotipi sono preoccupati per i cambiamenti climatici e si battono per un mondo più green e pacifico.
La tv la guardano soprattutto online, usano ancora Instagram ma sono sempre più stregati da TikTok e, 9 ragazzi su 10, adorano il ‘gaming’ sfidandosi ai videogames su qualunque piattaforma (Twich, YouTube Gaming etc). Sono curiosi, hanno la mente aperta e vogliono esplorare il mondo e le culture intorno a loro senza preconcetti o limiti e alla moda e ai canoni imposti preferiscono la diversità e l’inclusione.Mentre le altre generazioni in genere ascoltano musica che corrisponde al decennio in cui sono cresciuti, la Gen Z ha rotto anche questa regola: l’hip-hop è il loro genere preferito, seguita dalla musica degli anni 2000 e ottanta.
È quanto emerge dallo studio del Gruppo Credem che ha promosso lo studio. Questa ricerca fa emergere quanto le loro esigenze, gli interessi e gli obiettivi possano cambiare in pochi anni e quanto sia pertanto importante il ruolo della scuola e nello specifico dell’Università per fornire gli strumenti necessari affinché si formino buoni cittadini.
La ricerca fornisce anche un identikit dei ragazzi z ,dal punto di vista religioso.
La pratica della fede tra i giovanissimi, non a caso oggetto del Sinodo dei giovani di ottobre, esce dalle navate della chiesa per spostarsi nelle case, in strada, sul web. Sempre meno propensi a partecipare a veglie, messe ed eventi istituzionali, i ragazzi aderirebbero più volentieri a pellegrinaggi (passati dal 9,7 all’11,6 per cento), processioni (dal 26 al 29,3 per cento), cammini.
E la conseguenza è che chi cerca il trascendente non si accontenta più di credere ciecamente in qualcosa. Vuole seguire un cammino spirituale, ma senza abbandonare il rigore della logica e la concretezza dei fatti.