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“In questo momento la resistenza ucraina è in grandissima difficoltà così com’è in difficoltà lo schema che era stato realizzato nella seconda parte della guerra: quello di armare l’Ucraina a più non posso nella speranza di far pagare i conti dell’invasione alla Russia, a livello militare, economico e politico”.

 

 

 

“Attualmente questo schema non sembra riuscire e mi sembra di avvertire moltissima stanchezza sia tra gli ucraini sia da parte dei Paesi occidentali che l’hanno rifornita di armi. Contemporaneamente si vede una Russia che, apparentemente, sembra confidente e relativamente sicura di sé”. Così Fulvio Scaglione, per anni corrispondente da Mosca, commenta l’attuale fase dell’invasione russa in Ucraina.

“Nello stesso tempo - prosegue il giornalista - diventa sempre più intensa la guerra economico-commerciale, con l’atteso impatto delle sanzioni, la questione del grano e quella delle risorse energetiche”.

“Sulla crisi del grano - spiega Scaglione - la partita è molto complicata perché guerra e politica si intrecciano strettamente. L’Ucraina ha il forte timore che sei i porti vengono sminati, a dispetto di tutte le garanzie, i russi possono usare le acque finalmente libere dalle mine per attaccare i porti e, soprattutto, Odessa”.

“In questa situazione di stallo è l’Ucraina a soffrire di più perché è lei ad aver bisogno di esportare il grano, oltre ad avere il problema di poter raccogliere quello che è riuscita a seminare”, prosegue Scaglione, ricordando che, invece, “i russi annunciano per quest’anno raccolti record di grano. E le navi granarie che dal Mar Nero si avviano verso il Medio Oriente e l’Africa hanno la funzione molto politica di conquistare amicizie e alleanze con quei Paesi in via di sviluppo che hanno bisogno di questi rifornimenti”.

Sul fronte degli approvvigionamenti energetici, sottolinea, “decisa la rinuncia al petrolio c’è la corsa dei Paesi europei a fare scorte di gas per l’inverno, scorte che - va notato - sono comunque fatte con il gas russo che viene comunque fornito a molti Paesi, non a tutti”.

Secondo il giornalista, “la scelta fatta di cercare di piegare a tutti i costi la Russia ha portato ad infilarsi in un vicolo cieco da cui i Paesi occidentali e la stessa Ucraina non sanno come uscire”. “In questo momento la Russia ha un forte vantaggio strategico su cui bisogna riflettere - commenta Scaglione -: continuare a pensare di piegarla porta come conseguenza, tra l’altro, la distruzione dell’Ucraina sacrificando gli ucraini. Oggi i russi controllano oltre il 20% del territorio ucraino e di fatto lo stanno annettendo. L’Ucraina viene piano a piano smantellata con una strategia che da più di un mese consiste nell’abbattere infrastrutture, fabbriche, depositi di grano con martellanti bombardamenti”.

In questa fase “bisogna prendere atto di questa realtà. L’atmosfera che qualche settimana fa poteva portare ad impostare una trattativa diplomatica non è stata colta. Ora l’unica speranza per una trattativa vera sembra sia quella che Zelensky ceda, considerata la situazione attuale”. “E più si va avanti con il conflitto - conclude - più passa la voglia a Putin di sedersi a trattare”.

 

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