Una caratteristica peculiare dell'attuale epoca cosiddetta "postmoderna" è l'assenza di narrazioni globali, esso giudica le verità fondamentali che hanno guidato la tradizione occidentale non più degne di essere credute.
Questa è l'ipotesi di base del famoso libro di Jean-François Lyotard, “La condizione postmoderna”: Lyotard ha sottolineato che, dal punto di vista culturale, l'epoca cosiddetta "moderna", caratterizzata da narrazioni globali e da grandi progetti utopici (come il razionalismo, l'illuminismo, il marxismo), capaci di fornire unità e identità storica a una varietà di gruppi sociali, è giunta al termine. Le narrazioni, tuttavia, non sono scomparse: si sono desacralizzate (del resto, anche il marxismo era una forma di messianismo storico), hanno perso l'aura di verità assoluta, capace di una spiegazione onnicomprensiva del corso degli eventi valida per tutti i tempi. Al loro posto ci sono i cosiddetti "miti a bassa intensità". Per analogia può essere ricordata la “Lettera rubata a Rampol”: posta in bella mostra su un tavolo. Viene cercata in luoghi nascosti e la si trova in un luogo ben esposto. Anche Lyotard ha nascosto questa lettera rubata tra quella illuministica, cristiana e marxista. Ma in realtà la lettera rubata al quale Lyotard vuole prendere congedo è prima di tutto quella del marxismo nascosta però posta in mezzo ad altre narrazioni. Lyotard nasce come pensatore socialista: da cui si distacca e tematizza il proprio disincantamento e abbandono di quella post-moderna.
L’abbandono di quella marxista è stato davvero un lutto: e ciò lo ha indotto a cambiare sposando quella post-moderno. Il post-moderno può essere visualizzato come la razionalizzazione del disincanto. Ed ecco che alla razionalizzazione del disincanto si è arrivati all’abbandono della grande fede del marxista e un adattamento al mondo capitalistico. Il post-moderno si riconcilia con il cosmo capitalista. Poi è arrivata l'era della liquidità, ben notata da Zygmunt Bauman: "L'era inaugurata con la costruzione della Grande Muraglia Cinese o del Vallo di Adriano e terminata con il Muro di Berlino è finita per sempre. In questo spazio planetario globale non è più possibile tracciare un confine per sentirsi veramente e totalmente al sicuro dietro di esso. Questo è vero per sempre: per oggi e per tutti i giorni futuri che possiamo immaginare".
Umberto Galimberti ha osservato che oggi molti giovani stanno male e non sanno nemmeno dire cosa li fa stare male, perché non hanno più a disposizione narrazioni che permettano loro di leggere i problemi della vita e quindi, di conseguenza, si trovano nell'impossibilità di interpretare ciò che accade dentro di loro, da qui la nostalgia di una proposta di senso capace di metterla in parole.
L'appello a una "maggiore intensità" all'origine delle narrazioni perenni è, non a caso, uno dei fili conduttori dell'enciclica Laudato Si' di Papa Francesco, dedicata alla tutela della casa comune, che a sette anni di distanza continua a dimostrare la sua enorme attualità. In essa il Papa ci ricorda che non esistono soluzioni ai disastri ecologici e alle crisi globali se non nel contesto di una collaborazione comune e di una mentalità rinnovata. I miti a bassa intensità non solo non hanno cancellato la necessità di narrazioni ad alta intensità, ma ne sono in qualche modo forieri, rivendicando la necessità della loro presenza. C'è in loro un desiderio di riscatto, di dare un fondamento alla speranza di continuare a vivere, soprattutto di continuare a trasmettere alle generazioni future un patrimonio di valori in grado di dare una risposta ai problemi fondamentali del vivere che non possono essere ignorati e che dia un futuro migliore lasciando questo mondo un po' meglio di come l’abbiamo trovato.