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Un nome inglese, doomscrolling. È l’azione di fissarsi a leggere compulsivamente le brutte notizie. Dal 2020 il termine è entrato nell’Oxford Dictionary.

 

 

 

Siamo un’età ansiogena, guardare in faccia i disastri ci illude di non essere impreparati all’imponderabile. Inoltre gli esperti notano che sono le persone più soggette a depressione a indugiare sui contenuti tragici, per avere una drammatica conferma della loro visione tragica e senza via d’uscita della vita.

Accadeva già prima ma adesso certamente accade di più: siamo immersi, circondati, affogati di informazioni, ne siamo praticamente inseguiti in tv, alla radio, sui giornali ma soprattutto ci raggiungono sui device che sono ormai un nostro prolungamento fisico: la prima cosa che guardiamo la mattina e l'ultima prima di spegnere la luce la sera.

notizie dai social, dalle mail, dai messaggi, dal web sempre con noi.
Doomscrolling è stata menzionata per la prima volta su Twitter nel 2018, ed è il termine, che descrive, in senso stretto lo scorrimento veloce delle informazioni dal mobile. Che si stia scorrendo il social media preferito, come Facebook, Twitter, Linkedin o Instagram, o semplicemente si stiano seguendo le notizie sul web oppure consultando la fonte giornalistica preferita, si tratta sempre di doomscrolling. Questo può avere, inevitabilmente, dei risvolti negativi sul benessere mentale ma con alcune strategie e 'facendo pace' con fatto che viviamo in tempi di incertezza uscire da quello che è un vero e proprio tunnel negativo si può.
Parola di Bethany Teachman, professoressa di psicologia dell'Università della Virginia ed esperta nella gestione dell'ansia. "Non c'è niente di sbagliato - spiega l'esperta - nel cercare di essere informati, ma quando una persona trascorre ore e ore a leggere storie negative, questo può dare un senso esagerato di minaccia e aumentare le sensazioni di pericolo e vulnerabilità".

È un dato di fatto che di cattive notizie siamo pieni e cercare nell'oceano vasto dell'informazione quelle positive, storie a lieto fine, rappresentative di una parte di società che resiste, non si arrende e anzi cerca di migliorare il mondo è un'impresa. Leggere o ascoltare ogni giorno cattive notizie aumenta il ciclo di tristezza, stanchezza e angoscia. Mentre succede esattamente il contrario con le buone notizie, che stimolerebbero empatia, speranza e felicità. Lo ha dimostrato scientificamente uno studio condotto dall’Università della California, pubblicato sulla rivista Science Advices, intitolato “L’esposizione a eventi di violenza di massa nei media può alimentare un ciclo di ansia”. Cerchiamo le belle notizie, diffondiamo le belle notizie. Ne abbiamo bisogno.

 

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