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Una nuova moda spopola in provincia di Napoli: alcune persone, secondo quanto raccontato dal deputato Francesco Emilio Borrelli (Alleanza Verdi-Sinistra), vanno in giro vestite come Matteo Messina Denaro.

 

 

 

Ovvero indossano gli stessi abiti che aveva il boss quando è stato catturato, con cappellino di lana, giubbotto e pantalone marroni. Spopolano i meme e proliferano sul web le vendite online del “Matteo Messina Denaro style”. Un fenomeno aberrante che fa accapponare la pelle. Come si può solo pensare di imitare o idolatrare un boss sanguinario che ha causato la morte di centinaia di persone? Una mancanza di rispetto verso tutte le vittime della mafia e le loro famiglie.

Mi chiedo quante scuole hanno dedicato un minuto a raccontare chi sia davvero questo boss? Sono troppo pochi i professori che portano ancora i giornali in classe, parlando di attualità.

È La calamita del male, che a forza di guardare film, gli spettatori immaginano che la storia del padrino sia solo fantasia, come Gomorra, Suburra e Romanzo criminale, punte di diamante perché tra le serie più viste in assoluto. I più giovani risentono maggiormente di un effetto “rimbalzo” di questi contenuti che, veicolati attraverso clip e spezzoni sui social e su YouTube, risultano decontestualizzati, privi di profondità e si normalizzano e accettano con disinvoltura gli atteggiamenti mafiosi e la loro trasposizione nel codice quotidiano.

Con commozione ricordiamo allora le parole di Paolo Borsellino, la cui statura morale è anche superfluo ricordare, che sentenziò: «Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo». Il problema non è il prodotto di consumo di massa, ma come la massa è abituata a consumare.

E soprattutto riflettiamo e aiutiamo i nostri giovani a riflettere?  Il male è banale, perché eseguito come comportamento da automa in un sistema organizzato, nel quale il soggetto rinuncia alla sua capacità di riflessione critica sulle sue azioni. L’atto che produce il male viene banalizzato, diventa banale, attraverso un processo di mediazione linguistica e culturale che ne riduce il senso, la rilevanza, nel momento in cui la decisione viene presa.

I commercianti chiamati da giornali e tv si sono scusati affermando che il boss fa tendenza e vende come tanti criminali prima di lui. Le vittime e gli eroi come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino invece non hanno mai fatto tendenza. Una tragedia sociale.

 

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