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Nei giorni che precedono immediatamente la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, domani 29 settembre, il Papa ha mandato il suo Elemosiniere, card. Konrad Krajewski, a visitare i cosiddetti “ghetti” dell’area della Capitanata nel foggiano.

L’Elemosiniere, accompagnato dal vescovo di San Severo, mons. Giovanni Checchinato, e dall’arcivescovo di Foggia-Bovino, mons. Vincenzo Pelvi, si è recato in due di questi insediamenti, in forma di baraccopoli o masserie abbandonate, per incontrare migliaia di lavoratori agricoli, per la maggior parte migranti provenienti dall’Africa (principalmente dalla Nigeria, Ghana, Senegal e Gambia), che vivono in condizioni di grave precarietà a livello giuridico, abitativo e sanitario. L’area della Capitanata, in provincia di Foggia, a prevalente vocazione agricola, è interessata da una forte presenza di lavoratori stagionali che si aggregano in insediamenti informali, occupando casolari abbandonati oppure costruendo vere e proprie baraccopoli.

La raccolta del pomodoro segna il massimo numero di presenze da luglio a settembre: in questi mesi di raccolta intensiva almeno 6mila persone cercano riparo nelle baraccopoli e nelle masserie abbandonate. I più grandi insediamenti dell’area sono l’ex Pista aeroportuale di Borgo Mezzanone, il Gran Ghetto di Rignano Scalo (Località Torretta Antonacci), il Ghetto Ghana di Borgo Tre titoli, e una moltitudine di masserie occupate a macchia di leopardo in un raggio di 50 km da Foggia.

L’Elemosiniere ha visitato tutti i tre gli insediamenti. Poco prima dello sgombero del Gran Ghetto, nell’incendio scoppiato nella notte tra l’1 e il 2 marzo 2017, poche ore prima dello sgombero del Gran Ghetto, persero la vita due giovani del Mali di circa 30 anni, Mamadou Konate e Nouhou Doumbouya.

 

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