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L’intervento di mons. Cristoforo Palmieri, vescovo emerito di Rreshen che, all’indomani degli eventi tellurici che si sono abbattuti nel nord dell’Albania dove egli ha vissuto per oltre vent’anni come missionario e come presule, ha voluto inviare attraverso Portalecce il suo personale messaggio di vicinanza e di speranza.

Da vescovo e cittadino di adozione… dopo aver vissuto, o meglio avvertito il boato della notte del 25 novembre scorso che immetteva i fratelli albanesi nella dolorosa e paurosa vicenda, coinvolgendo me stesso nelle loro paure, nel loro dolore e nelle tristi conseguenze che un terremoto di così alta intensità ha prodotto, sento forte il cuore spingersi verso quanti sono vittime del disastro che stanno vivendo e farmi loro voce verso chiunque, da credente o meno, ne condivide la vicenda.

Da vescovo emerito, oltre che da missionario vincenziano che ha condiviso con la popolazione del nord-est del Paese, per ben 24 anni, le tristi conseguenze dell'era comunista-atea, mi faccio voce di quanti attraverso i miei confratelli vescovi  operanti oggi ancora tra i sopravvissuti perché ci si senta tutti coinvolti come in altre tristi occasioni, per come si  sia capaci, per  un "pronto intervento" o a progetti a medio o a lungo termine nel  segno di quell'amore che non conosce ritardi.

Ho contattato alcuni confratelli vescovi, suore e amici provati dalla tragica scossa e ho assicurato loro la mia vicinanza e quella di quanti a me si uniscono nella preghiera o in altri gesti di solidarietà, oltre che il desiderio di volerli e poterli incontrare, subito nella prima settimana di avvento.

Frattanto benedico quanti accoglieranno qualsiasi invito alla solidarietà che da ogni parte verrà richiesto ad ogni uomo di buona volontà.

 

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