Si sta svolgendo in questi giorni a Cerignola la “Settimana sociale” a cura della diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano.
In tale contesto il vescovo, mons. Fabio Ciollaro, ha presieduto in duomo la celebrazione in onore di San Giuseppe Lavoratore, nell’ambito della festa del 1° maggio. Nell’omelia ha spiegato e commentato il vangelo del giorno, indicando San Giuseppe come modello dei lavoratori. Al termine, ha rivolto un appello, domandando “un impegno particolare anzitutto a voi rappresentanti delle organizzazioni sindacali qui presenti e poi a tutti coloro a cui compete”.
“L’anno scorso, a pochi mesi dal mio insediamento, tra fine agosto e inizio settembre, proprio nei primi giorni della nostra festa patronale sono stato mortificato da ciò che è avvenuto riguardo i lavoratori stagionali venuti da fuori per sopperire all’insufficienza di lavoratori locali - ha ricordato il presule -. Erano concentrati soprattutto in via ‘Santo Stefano’, quasi alle porte della città. Vivevano in condizioni subumane, sotto gli alberi, nel fango, sotto la pioggia, perché erano giornate piovose e anche fredde. La nostra Caritas ha fatto tutto ciò che poteva, ma occorreva ben altro. I nostri volontari, stremati, sollecitavano ciò che va fatto in situazioni d’emergenza, mobilitando le risorse della Protezione civile e dell’esercito. Si trattava di un numero tale - circa 300 persone - che non si poteva provvedere con mezzi ordinari. Purtroppo, per diversi motivi non ci furono interventi adeguati. Ma queste sono cose dell’anno scorso”.
Mons. Ciollaro ha, quindi, colto l’occasione della Festa del lavoro per lanciare un appello “a non farci trovare impreparati se, come è prevedibile, questo afflusso di lavoratori stagionali si ripeterà nella prossima estate”.
“Tra le maglie delle leggi e dei regolamenti bisogna trovare un modo ragionevole per trattare da esseri umani queste persone che vengono qui come necessaria manodopera per i nostri imprenditori agricoli. Dove alloggiarli, dove possono lavarsi, come possono curarsi”.