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La Casa della carità a Manfredonia, una grande struttura con tanti servizi Caritas e una cappella, si è resa disponibile ad ospitare la camera ardente di Daniel e Stefan, i due fratellini romeni di 6 e 7 anni annegati ieri sera in un vascone per la raccolta di acqua nelle campagne del foggiano, tra Zapponeta e Manfredonia.

 

 

La Caritas diocesana di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo si farà quindi carico delle spese per i funerali, che saranno celebrati in cattedrale, oggi pomeriggio dall’arcivescovo Franco Moscone, che ieri ha denunciato “un altro dramma legato all’immigrazione”. I genitori dei bambini hanno altri due figli. La famiglia era già seguita dalla Caritas della parrocchia Santa Maria Regina. Il padre era arrivato in Italia quattro anni fa e non aveva né lavoro, né alloggio. Ora vivono in una casa di proprietà dell’azienda per cui lavora. I bambini probabilmente stavano giocando e potrebbero aver cercato refrigerio nel vascone, profondo tre metri, mentre i genitori stavano riposando. Le loro ciabattine sono state ritrovate nei pressi. Si indaga per omicidio colposo.

“Queste tragedie non dovrebbero accadere. È una notizia che ci lascia sbigottiti e senza respiro”, commenta don Luciano Pio Vergura, direttore di Caritas Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo. “Forse c’è stata un po’ di negligenza da parte di tutti - osserva -. Nel territorio ci sono tante strutture fatiscenti per l’irrigazione delle colture. Forse il caldo estivo ha spinto questi bambini a tuffarsi, anche solo per gioco”. La Caritas si è subito attivata per le pratiche funebri e ha già incontrato il papà dei fratellini, distrutto dal dolore. Ora sono in attesa di avere dal comune di Zapponeta la documentazione necessaria. “Daremo tutta la nostra vicinanza alla famiglia - dice -. Abbiamo dato disponibilità ad ospitare la camera ardente nella cappella della Casa della carità perché lì si può gestire la presenza di chi vorrà venire a fare una preghiera”.

Il dramma familiare si colloca in un contesto più ampio di indigenza e degrado. Oltre al noto ghetto di Borgo Mezzanone, dove vivono migliaia di africani sfruttati dal caporalato nella raccolta dei pomodori, ci sono anche migliaia di romeni impiegati nell’agricoltura e nell’allevamento. Nel territorio della Capitanata c’è infatti una coltura massiva di pomodori, ortaggi, grano. “I romeni sono i più integrati, a loro vengono affidati anche compiti più importanti - racconta don Vergura -. Nei nostri contesti si fa tanta fatica a dare risposte alle persone che vengono qui alla ricerca di un lavoro e di una vita migliore. È sempre poco quello che si fa”.

Tante risposte insufficienti. Nel territorio è presente la Caritas, ci sono associazioni e gruppi di volontariato. Lo Stato ha tentato in passato piani ed iniziative, tra cui un commissario straordinario e recentemente 56 milioni di euro stanziati con il Pnrr. “Tutte le risposte sono state insufficienti - aggiunge -. Il degrado negli anni è aumentato, con grosse problematiche come la prostituzione, la droga. Tanti sono bravi ragazzi, lavoratori, sfruttati dal caporalato, ma il denaro facile purtroppo fa gola a tutti. Se non ci sono risposte organizzate e non si dà loro un sostegno adeguato è normale che si cerchino le scorciatoie per ottenere ciò che si desidera”.

Negli anni “la situazione è peggiorata, anche con più presenze – conferma -. Abbiamo numeri davvero alti. Nonostante siano stanziati tanti soldi ad oggi le risposte sono pari a zero”.

Tutte le cinque diocesi del territorio della Capitanata sono impegnate nell’assistenza ai lavoratori migranti. Anche l’Elemosiniere pontificio Konrad Krajewski è andato in visita in quelle zone. Molto importante è stato il Progetto Presidio promosso da Caritas italiana. “Facciamo quello che possiamo, con l’8x1000 e con le nostre risorse. Dopo la fase nazionale il Progetto Presidio continua con le risorse delle diocesi - precisa”. “Sono tanti i romeni che lavorano da queste parti nelle campagne - aggiunge Angela Cosenza, referente dell’ufficio progetti e coordinamento di Caritas Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo -. Vivono in casolari nella zona che va da Manfredonia a Zapponeta e lavorano piccole e grandi aziende agricole. Nella litoranea ci sono anche comunità africane, ma nei campi ci sono più romeni. La famiglia dei fratellini è indigente, per questo è seguita dalla Caritas parrocchiale”.

 

Foto di dx: Luciano Armiento

 

 

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