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Una Taranta donna quella di Fiorella Mannoia. Più attuale che mai il concertone 2023 lascia nel cuore delle migliaia di persone presenti a Melpignano l’immagine della forza e del coraggio delle donne.

 

 

Unite e coese, protagoniste e compatte, capitanate da una Fiorella Mannoia a tratti struggente e a tratti divertente e spensierata nelle sue interpretazioni di “Giurnu de Venerdì”, dedicata a Gigi Chiriatti (direttore artistico del Festival scomparso a giugno scorso), “T’aggiu amatu comu na rosa” con “Bocca di Rosa” (omaggio a Fabrizio De Andrè), “Madonna de lu mare”, per la prima volta interpretata alla Notte della Taranta, e “Lu Zinzale”, cantata insieme alle voci dell’orchestra popolare in ricordo della sua presenza nell’edizione 2016, invitata dalla sua amica e prima maestra concertatrice nella storia della Notte della Taranta: Carmen Consoli.  Si arriva poi alla super ospite di questa edizione: Arisa. Ironica, come sempre, è riuscita a valorizzare con quel dono divino che è la sua voce, la tradizione del Salento attraverso l’intensa interpretazione di “Ferma Zitella” e “Lu Rusciu de lu mare”.  

“Adesso basta! Nessun’altra”, invece, è stato il grido di Tananai inciso a grandi lettere sulla sua camicia, in difesa delle donne. Ha portato sul grande palco di Melpignano (ben 33 metri di larghezza per 18 metri di profondità con un tetto 24x20 e 240 mq di videowall, ma senza luminarie) due brani salentini: “Rilollalla” e “Pizzica di Aradeo”, dopo aver accennato anche il ritornello del suo “Tango”, quinto classificato all’ultimo Festival di Sanremo.  

Simpaticissimo Brunori Sas a cui Fiorella ha affidato due brani difficilissimi in arburese e in grico, le due lingue minoritarie dell’alto e basso Salento: “Aremu” e “Lule Lule”.  Straordinaria come sempre l’orchestra popolare con le sue voci maschili: Antonio Amato, Giancarlo Paglialonga, Salvatore Galeanda, che però non spiccano come gli altri anni, e con le voci femminili di Enza Pagliara, Consuelo Alfieri, Alessandra Caiulo, Stefania Morciano che, invece, esplodono con “Fimmine Fimmine”, insieme a Fiorella Mannoia, inno vero e proprio di questa edizione.  

Gli arrangiamenti sono stati curati e rivisitati tutti dal maestro Carlo Di Francesco, marito di Fiorella, e tra le tante cose, già percussionista della grande orchestra di Sanremo e professore nella scuola di Amici di Maria De Filippi.  L’orchestra classica (composta da una nutrita sezione di archi e fiati - tutti salentini) è stata invece diretta dal maestro Clemente Ferrari.  Questa edizione numero 26 sarà trasmessa in seconda serata su Rai1 il prossimo 2 settembre per la regia di Stefano Mignucci, la scrittura degli autori Massimo Martelli e Rossella Izzi, la scenografia di Marco Calzavara e la fotografia di Marco Lucarelli: eccellenze Rai che saranno in grado di regalare ai telespettatori uno spettacolo unico da non perdere. 

 

 

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