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Match fondamentale doveva essere e così è stato. Brividi di alta classifica tra Lecce e Benevento.

 

 

 

Il Lecce non è stato brillante, ma volitivo, concentrato e lucido nel lottare contro la sfortuna e un arbitraggio molto discutibile.

I ragazzi ci hanno provato fino alla fine, ma il risultato di parità è sostanzialmente giusto. Il Benevento ha disputato una gara ottima soprattutto nel primo tempo, mentre è calato nella ripresa. I salentini sono stati più costanti, ma meno precisi del solito.

Mister Baroni ha schierato la formazione annunciata con Tuia al posto dell'infortunato Dermaku, Calabresi spostato sulla fascia destra e in avanti Listkowski riconfermato nel tridente iniziale.

La gara inizia con la consegna della maglia celebrativa a Carmelo Miceli, storico difensore centrale del Lecce degli anni '80 che il pubblico omaggia con un caloroso applauso.

In campo, i ragazzi salentini partono subito aggressivi, facendo capire all' ex Petriccione e compagni la ferrea regola del fortino giallorosso. Dopo nemmeno un minuto la triangolazione sulla sinistra tra Listkowski e Barreca procura un corner, sul cui sviluppo Lucioni ha la grande occasione che spreca. L'inizio è però solo un fuoco di paglia.

Le streghe non stanno a guardare con Improta e Forte in evidenza. Anche Insigne imperversa sulla destra e Barreca non lo contiene con facilità.

La doccia fredda arriva al 13' minuto quando il Lecce si addormenta su un cross innocuo e Calabresi prima di testa la mette incredibilmente sul palo di Gabriel e poi riesce nell'impresa della sfortunata deviazione dell'autogol.

Il contraccolpo è duro e la squadra giallorossa si butta a copofitto in avanti, rischiando per ben due volte il contropiede letale del Benevento che in 4 contro 2 e in 3 contro 1 spreca incredibilmente.

I salentini hanno il merito di non demordere e, sulla spinta del pubblico, pressano e iniziano a tirare anche da fuori. In realtà, la manovra non è fluida, si vive di sprazzi, finché al 40' è il solito Strefezza ad annotare il gol del pareggio con un perfetto diagonale.

Nella ripresa, Baroni inserisce subito Gallo e Faragò (la cui gara dura solo 5 minuti a causa di un infortunio muscolare. Helgason chiuderà la partita al suo posto) che sostituiscono Barreca e Majer.

Coda svaria su tutto il fronte di attacco. Strefezza riceve tanti palloni, mentre Gargiulo sembra in difficoltà, sebbene sia aggressivo.

La prova di Blin è buona, ma spesso è schermato dagli avversari in fase di impostazione.

In verità è il Benevento ad andare più vicino al gol, ma i giallorossi, pur stanchi e in difficoltà, mettono in campo la voglia e la determinazione, giocando molto sulle fasce e sulle seconde palle. Coda è un centro boa duttile e intelligente, Gallo sfreccia a sinistra e i cross in area si sprecano. Prima Coda e poi Strefezza vanno vicini al vantaggio.

La squadra di Baroni ora sfrutta meglio i terzini e non soffre più nulla in difesa. Strefezza però è stanco, Gargiulo è invece impreciso e così il Lecce inizia a pungere di meno.

Intanto arrivano notizie confortanti sul fronte del Brescia che incappa in un imprevisto pari. Allora, Baroni cambia Strefezza, ormai stremato, e inserisce Ragusa. Gli ultimi 15 minuti sono equilibrati.

Mercoledì il Lecce andrà ad Alessandria per consolidare il primato, in un campionato duro e avvincente.

 

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