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Quando manca Strefezza, la manovra del Lecce latita e manca di imprevedibilità in avanti. Meno male che si è svegliato Coda, ritornato al gol e soprattutto ai suoi consueti livelli.

 

 

 

Il Lecce scendeva in campo ben conscio dell'importanza del match, soprattutto ai fini del primato in classifica, data la roboante vittoria della Cremonese sul Parma. Di contro, l'Alessandria veniva da una buona striscia positiva che voleva proseguire tra le mura amiche.

Baroni allora decideva di schierare Calabresi in coppia con Lucioni in difesa, a centrocampo faceva riposare Majer preferendogli il giovane Helgason, mentre in attacco gli esterni erano Di Mariano e Listkowski.

L'inizio è certamente intenso ma sono tanti gli errori tecnici dovuti anche al pressing asfissiante effettuato dalle due formazioni. Il Lecce cerca di prendere il dominio del gioco a centrocampo, ottiene diversi calci piazzati e corner, ma senza essere mai pericoloso. D'altro canto, l'Alessandria riparte velocemente ed è molto attenta in fase di non possesso. Quando il Lecce prende velocità allora i difensori piemontesi usano le maniere forti e spezzettano il gioco con frequenza. Nella prima mezz'ora, non ci sono tiri in porta, ma solo due volte ci prova con calci da fuori area che terminano abbondantemente a lato.

In questa fase, Di Mariano e Listkowski pungono molto poco, Gargiulo lavora meglio rispetto a Helgason mentre Hjulmand ha più compiti difensivi che offensivi. Al contempo, la vera insidia della prima frazione arriva su una dormita della difesa piemontese che perde un pallone sanguinoso sulla trequarti, ma Helgason conclude a lato da buona posizione al 36'.

Sul finire del primo tempo, l'Alessandria sembra meno aggressiva e lucida, così il Lecce può avanzare maggiormente con i terzini e sfondare per le vie centrali, dove si incunea Gargiulo e, a turno, Listkowski o Di Mariano. Coda aumenta i giri del motore e si danna alla ricerca di spazi, ma i palloni giocati sono pochi.

Dopo le scarse emozioni del primo tempo, nella ripresa sulla partita cala minacciosa la nebbia, ma la visibilità comunque è ancora discrete. L'inizio è fulmineo e il Lecce entra con il piglio giusto, grazie alle percussioni di Listkowski. I piemontesi non stanno a guardare e rispondono colpo sul colpo.

Al 49' su calcio da fermo, il Lecce subisce il gol da Di Gennaro che, tutto solo, sfrutta la sua posizione davanti al portiere perché rimesso in gioco dalla giocata di Calabresi, e appoggia in rete. I giallorossi si disuniscono e non trovano il ritmo.

La fatica in fase di costruzione dei salentini è evidente.

Allora, Baroni corre ai ripari e cambia gli esterni, mettendo Ragusa e Pablo Rodriguez per dare brio alla manovra. Intanto l'Alessandria abbassa il proprio baricentro e pensa solo a difendersi facendo molta densità. Ciò induce i salentini a giocare in spazi stretti, spesso in modo confusionario.

A 10 minuti dal termine però ci pensa Coda con uno splendido sinistro dal limite dell'area a pareggiare il match. Ora, Barreca e Calabresi spingono sulle fasce, mentre Gendrey fa il difensore centrale. Hjulmand avanza il suo raggio di azione al posto di Helgason, mentre Blin fa da schermo alla difesa. L'inerzia della partita sembra cambiata con un Lecce rinfrancato dal pari e dall'impatto di Barreca sulla gara.

Nel finale, il Lecce ci prova anche con Blin che spedisce in curva da ottima posizione, dopo una perfetta incursione sulla destra. I salentini ci mettono buona volontà e lottano fino all'ultimo secondo, ma al 94' Pisseri compie un miracolo su Coda e la gara termina in parità.

Così il Lecce perde il primato e ottiene il terzo pareggio consecutivo. Ora però è obbligato a vincere domenica al Via del Mare.

 

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