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I pareggi di ieri di Empoli, Venezia e Salernitana rappresentavano un importante viatico per la prestazione dei salentini in quel di Pescara, perché il Lecce, con una vittoria, poteva nuovamente rientrare in corsa per la promozione diretta. Invece, un gol in fuorigioco di Busellato, non rilevato dalla terna arbitrale, ha fatto svanire il sogno.

 

 

 

Mister Corini sceglieva la medesima formazione vincitrice delle ultime due gare, relegando in panchina capitan Mancosu e confermando Hjulmand a centrocampo (preferito a Tachtsidis) e Gallo a sinistra (vincitore del ballottaggio con Zuta). Gli inizi del match hanno confermato quanto era facile presagire: un Lecce equilibrato e propositivo, capace di attaccare con intelligenza e continuità un Pescara che ha cercato di intasare la propria metà campo per poi ripartire in contropiede.

Inquadrato il leitmotiv della partita, i giallorossi sono parsi subito vogliosi e determinati, mettendo alle corde gli abbruzzesi.

Henderson, con la sua mobilità, riusciva spesso a inserirsi tra le linee avversarie e a dettare il passaggio. Lo stesso scozzese poi si defilava sulle fasce per creare superiorità numerica e favorire le triangolazioni.

Anche Rodriguez non offriva punti di riferimento agli avversari e a volte veniva a prendersi il pallone sin sulla trequarti per far variare il gioco d'attacco dei salentini, dove Coda si incaponiva nei dribbling, ma si allargava spesso per ottenere palla.

Tutto questo movimento garantiva un bel possesso e fioccavano le incursioni in area avversaria, sebbene mancasse la stoccata vincente.

Nei primi tre minuti il Lecce sfruttava l'out di destra con due cross pericolosi per Bjorkengren e Coda.

Il Pescara cercava di uscire dalla propria metà campo soprattutto con i lanci per i quinti di centrocampo, ma Hjulmand recuperava una quantità industriale di palloni, garantendo veloci ripartenze. A ciò si aggiungeva anche la sua predisposizione al tiro dalla distanza, cercato due volte nei primi 20 minuti. L'importante fisicità del danese faceva il resto: dominava tutti i contrasti e combinava perfettamente qualità e quantità.

Qualche imprecisione di Majer e diversi errori nei passaggi decisivi impedivano al Lecce di pungere, ma la pressione giallorossa era insistente.

La svolta arrivava al 38’, in seguito a un calcio d'angolo, conquistato da Rodriguez, che permetteva di entrare in area alle torri giallorosse. Il gol lo realizzava Maggio che, nel cuore dell'area di rigore, riceveva la sponda di Meccariello (buona la sua gara) e insaccava implacabilmente con una splendida girata.

Il resto del primo tempo veniva perfettamente gestito dai salentini che chiudevano meritatamente in vantaggio la gara.

Nella ripresa, Grassadonia inseriva subito Maistro per l'ex Memushaj nel tentativo di favorire una migliore fase offensiva e al primo minuto proprio il neo subentrato provava un pericoloso tiro da fuori area.

Subito dopo, una, seconda ripartenza abruzzese metteva in apprensione la retroguardia salentina e allora il Lecce riprendeva ad attaccare con ordine, facendo densità a centrocampo. Al 59 il Pescara inseriva Giannetti in attacco e subito era nuovamente pericoloso, ma ci pensava Maggio a chiudere, aiutando i centrali giallorossi.

Il Pescara aumentava la pressione offensiva, ma si esponeva al contropiede giallorosso che portava Coda al tiro al 64. Subito dopo lo stesso Coda veniva sostituito da Pettinari, mentre Maselli subentrava a Majer e Mancosu prendeva il posto di Henderson.

Al 66’ prodigioso l'intervento di Gabriel su Odgard, che aveva saltato come un birillo Lucioni e si era presentato da solo in area. Il Lecce soffriva le avanzate degli abruzzesi e non riusciva ad alleggerire in avanti. Odgaard metteva in difficoltà Maselli e creava i presupposti per le offensive pescaresi.

Al 75 gli ingressi di Machin e Vokic proponevano un Pescara ultraoffensivo e il Lecce continuava a soffrire e si rintanava dietro eccessivamente.

A pochi minuti dalla fine, entravano Tachsidis e Paganini per rinforzare la mediana e congelare il risultato. Purtroppo però al 91’ arrivava la doccia fredda di Busellato che, in netto fuorigioco, pareggiava sugli sviluppi di un calcio di punizione.

Alla fine il Lecce non riesce a vincere, nonostante un ottimo primo tempo, ma se vorrà migliorarsi, dovrà gestire meglio i patemi finali, allorquando il forcing pescarese doveva essere meglio contenuto sia in fase difensiva, sia con maggiori alleggerimenti, tramite un maggior possesso palla.

Anche i cambi non hanno inciso e il Lecce è peggiorato nella voglia, nella prestazione, nella corsa e nella gestione della gara. Un vero peccato e un'altra opportunità di reinserirsi nella corsa alla promozione diretta buttata alle ortiche

 

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