Il Lecce è ammalato e il suo medico il giusto medicamento non lo ha ancora trovato. È questo ciò che emerge dalla partita in casa contro l'Entella e dai due ultimi pareggi contro le ultime della classe. Eppure la rosa a disposizione di Corini sembra ampia, qualitativamente forte, e anche completa in ogni reparto.
È vero: ci sono state prestazioni peggiori (come a Pescara, o contro il Pisa in casa); è vero: non è mancata, almeno nel primo tempo, la giusta grinta, il fraseggio e la capacità di mettere le punte (leggasi Pettinari, sorpresa di giornata di mister Corini) da sole davanti al portiere; è anche vero che il Lecce ha fatto 20 tiri totali, di cui 7 nello specchio della porta, mentre gli avversari non hanno mai impegnato Gabriel, spettatore del match. Infine, è vero che il Lecce ha costruito almeno 6 palle gol, di cui 2 veramente clamorose, ma nonostante tutto, i giallorossi sono parsi leziosi e incapaci di affondare i colpi.
Di fronte, lo ricordiamo, c'era l'ultima della classe con 44 gol subiti, pari a una media di quasi due gol a partita.
Allora, cosa non va in questo Lecce? È troppo semplicistico dire che ieri sia mancato solo il gol e non è giusto parlare di prestazione sfortunata. In realtà, non si può nemmeno dire che questa squadra non abbia una identità di gioco, perché Corini pretende che si parta sempre dal basso, desidera che i difensori muovano molto la palla, invita gli attaccanti a partecipare alla manovra offensiva, fa avanzare gli esterni con continuità, e, in caso di perdita del possesso di palla, subito pretende l'aggressione dell'avversario. In teoria, tutto giusto, ma a questo monotono spartito, seppur valido (e su questo bisogna essere lucidi e non ingiustamente critici) mancano proprio le variazioni, che sono poi il bello del calcio. Non è possibile ripartire sempre dal basso e vedere il portiere non rilanciare immediatamente le punte, sfruttando le ripartenze veloci. Non è possibile assistere a tanti passaggi orizzontali o addirittura diretti continuamente all'indietro, persino nei minuti di recupero, e poi non è possibile che non vi sia mai, nel corso dell'intera partita, un giocatore giallorosso che cerchi il dribbling e provochi la superiorità numerica contro un avversario chiuso, ma anche maledettamente scarso.
Infine, con la rosa ampia a disposizione, è veramente un delitto non riuscire a incidere con i 5 cambi a disposizione. Ieri, non ha convinto l'ingresso del bomber Coda a soli 5 minuti dalla fine e men che meno è risultato produttivo l'ingresso di Paganini per l'ottimo Maggio. Per il resto, si può dire che ieri Hjulmand era un po' in ombra, si può anche affermare che Rodriguez non era al top e che Pettinari si è divorato l'impossibile, ma tutto ciò non determina la sensazione di fondo che questa squadra sia malata. Sarebbe un vero peccato buttare all'aria le tante occasioni che l'equilibrio di questo campionato offre; il tempo per rimediare non mancherebbe, anche se le partite diminuiscono. Ora, però, il medico dovrà modificare la terapia e proporre qualcosa di nuovo evitando di incaponirsi con la medesima idea di gioco, che, per certi versi, ricorda mister Padalino, altrimenti, se non si registreranno migliorie, non sarà un azzardo cambiare medico.