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Il Lecce era atteso dalla prova del nove dopo la goleada in terra emiliana e il Chievo, pur venendo da una serie negativa di risultati, era un avversario ostico.

 

 

 

Il risultato finale è il frutto di una seconda prova lucida dei giallorossi, belli, aggressivi, veloci nel primo tempo, anche se troppo rinunciatari nella ripresa. 

Il Lecce ha iniziato fin da subito imponendo il suo gioco, fatto di verticalizzazioni rapide e un giro palla veloce. Importanti le sovrapposizioni degli esterni difensivi che, come visto a Reggio, offrivano superiorità a centrocampo. Il resto lo faceva Hjulmand, sempre prezioso nel ricucire il gioco e l'onnipresente Henderson, il quale si spostava sul lato della palla per essere nel vivo del gioco. Poi altra chiave della fase offensiva salentina è
stato l'allargamento delle punte, utile a offrire ulteriori possibilità di passaggio ai centrocampisti.

Dopo nove minuti, il primo gol è stato l'emblema del bel gioco del Lecce. Pettinari si allargava a destra per ricevere palla in profondità e sul colpo di tacco di Henderson il pallone arrivava a Maggio (esterno difensivo pronto a riempire l'area di rigore) che con uno splendido sinistro infilava dal limite Semper.

Ma è il quarto gol salentino quello che merita di essere insegnato nei manuali del calcio. Tutto nasceva dalle retrovie dove Lucioni vedeva Majer, spostato a terzino destro,  intercambiarsi con Maggio che, ricevuta palla, chiedeva la triangolazione a Coda e metteva un cross stupendo per Pettinari che aggrediva l'area di rigore e insaccava di testa.
Nella ripresa, però, questa gara ha anche mostrato che non è nelle corde del Lecce gestire il risultato. Infatti, appena arretrati, i salentini non riuscivano a difendere senza impaccio e subivano due gol su due calci da fermo e, se non avesse sbagliato il generosissimo rigore, il Chievo poteva riaprire il match.

Il Lecce non può rinunciare al suo gioco offensivo, né abbassare i ritmi. Proprio in questo bisognerà crescere. La fase difensiva va rivisitata soprattutto nelle coperture in area di rigore, dove oggi Meccariello è stato poco concentrato. Certamente, i cambi di Corini (la cui mano si vede e il cui gioco offensivo è di rara bellezza) non hanno ridato vigore al Lecce della ripresa, ma il mister ha avuto il merito di non dare segnali di arretramento alla squadra, ma di lasciarla con la medesima impostazione offensiva.

Analizzata tatticamente la partita, merita la copertina di migliore in campo Cristian Maggio, puntuale negli inserimenti e nelle coperture, strepitoso in occasione del gol di sinistro e straordinario nel reggere buoni ritmi per tutta la partita.
Altro mattatore di giornata è stato Coda perché, oltre a siglare la doppietta, ha coperto sempre perfettamente il pallone, ha fatto avanzare la squadra, ha riempito l'area di rigore e ha messo in apprensione la retroguardia avversaria. Lui non può riposare mai.

Infine, merita di essere menzionato il primo gol di Pettinari, autore di una splendida partita condita da quell'incornata che ha chiuso il primo tempo e messo al sicuro la partita. Ora il Lecce è atteso da una duplice trasferta che potrà certificare la crescita dei salentini, proiettati verso il vertice della classifica.

 

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