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Era una sfida dalla grande importanza non solo per la classifica, ma anche per dare un inequivocabile segnale al campionato.

 

 

 

Il Lecce era chiamato a proseguire sulla via dei successi proprio al Via del Mare, quel fortino che la presenza dei tanti tifosi rendeva un tempo inespugnabile anche alle grandi della massima serie. Così è stato: il Lecce è stato bello, determinato, lucido, aggressivo e sempre sul pezzo. Il 2-0 finale sta persino stretto ai giallorossi.

I salentini partivano subito con il piglio giusto, desiderosi di aggiudicarsi la gara a ogni costo. Nei primi 10 minuti, costruivano tre palle gol, di cui due da calcio d'angolo. Ma per tutto il primo tempo il Lecce era in pieno controllo della partita (70 per cento di possesso palla) e andava al tiro con le incursioni di Bjorkengren, con le triangolazioni sulla trequarti per i tentativi di Coda e Pettinari, con i lanci dalle retrovie e con un corretto uso delle fasce laterali.

Se proprio dovessimo trovare dei difetti al sontuoso primo tempo dei salentini potremmo dire che a volte si sarebbe potuto accelerare con qualche ripartenza per non vedere sempre la Salernitana difendersi con tutti gli elementi dietro la palla, e si potrebbe aggiungere che, con maggiore lucidità, si sarebbe potuto concludere meglio e ancora più ripetutamente in porta (ben 10 i tiri verso la porta nei primi 45 minuti contro 1 solo della Salernitana). Comunque, ciò avrebbe significato rasentare la perfezione. I campani di Salerno si limitavano a difendere, a perdere tempo e ad esacerbare gli animi, già tesi per l'alta posta in palio. Il meritato vantaggio salentino arrivava allo scadere dei primi 45 minuti, con un gol meraviglioso di Pettinari che veniva servito da Tachtsidis con un lancio millimetrico e, dopo un perfetto dribbling, insaccava con un radente destro sul secondo palo.

Il primo tempo si poteva concludere con un vantaggio più netto, ma il Lecce faceva luccicare gli occhi dei suoi sostenitori, dopo aver dominato in lungo e in largo.

Nel secondo tempo iniziava un'altra partita e la Salernitana dimostrava di saper anche costruire. I primi 10 minuti erano da brividi con continui cross e mischie in area di rigore. Anche da fuori area, i campani si rendevano pericolosi e il Lecce non riusciva a ripartire.

Allora mister Corini correva ai ripari inserendo Hjulmand per Tachtsidis, garantendosi corsa e copertura. Poi il Lecce riprendeva a mantenere le redini del gioco e con una stupenda verticalizzazione partita da Lucioni, proseguita da Hjulmand, perfezionata da Henderson e conclusa da Coda otteneva il fallo da ultimo uomo di Bogdan che veniva correttamente espulso. Forte dell'uomo in più, il Lecce gestiva il possesso palla, ma andava anche alla ricerca del raddoppio, che puntualmente arrivava grazie all'inserimento di Maggio in area di rigore su cross di Rodriguez.

Così il Lecce metteva in cassaforte la gara e dimostrava uno strapotere offensivo, abbinato alla capacità di saper soffrire nei momenti di difficoltà.

Considerando le prestazioni dei singoli calciatori, la palma del migliore in campo va a Pettinari per il bellissimo e decisivo gol, ma tutti i giallorossi sono andati ben oltre la sufficienza. In questo contesto, allora, è giusto riconoscere i meriti di Corini che ha costruito un gran collettivo, ha letto perfettamente la partita e ha effettuato i giusti cambi, dando serenità e mantenendo alta la concentrazione dei suoi.

Ora viene la ravvicinata trasferta di Pisa, ma con questi ritmi i salentini, sempre umili, si proiettano realmente verso la serie A, anche perché mentre le altre rallentano, il Lecce corre, anzi vola.

 

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