Questo Lecce è nella storia. Sei successi consecutivi in B non li aveva mai fatti. Forse oggi non è stata la più bella prestazione, forse la squadra era stanca, fisicamente provata, ma comunque è stata cinica nel punire un ottimo Pisa nel momento cruciale del match.
Quindi, il fatto che non si sia stati belli, non significa che la vittoria, seppur di misura, non sia meritata. Il Pisa in casa, infatti, era una macchina da guerra, avendo perso solo una volta, a dimostrazione del fatto che la trasferta in terra toscana era veramente insidiosa.
La partita ha vissuto diverse fasi. Nella prima frazione di gioco, il Lecce non riusciva a esprimere il suo gioco offensivo, la manovra appariva lenta e prevedibile e Coda e Pettinari, pur intercambiandosi di posizione, non facevano salire adeguatamente la squadra, a causa di una serie di imprecisioni nei controlli o negli appoggi. Anche Henderson sbagliava alcune scelte offensive e veniva puntualmente francobollato dai centrocampisti pisani. Gallo e Maggio risultavano poco propositivi, ben coperti da Birindelli e Lisi, e nemmeno sulle fasce i salentini sfondavano.
In difesa, il Lecce soffriva la velocità dell’ex Palombi, sempre rapido e ficcante nelle ripartenze, e la prestanza fisica di Marconi (l’altro ex), abile nel far salire la squadra. In effetti, la banda di Corini soffriva maledettamente i lanci improvvisi per le punte e non a caso Palombi per ben due volte si presentava solo davanti a Gabriel, ma non riusciva a concludere per le chiusure di Maggio e Lucioni.
Pisacane, schierato probabilmente per contenere la velocità di Palombi, non teneva il passo della sgusciante punta romana, anche perché mister D'Angelo si sgolava nel far giocare il prestante Marconi dalle parti del brevilineo Pisacane, lasciando proprio Palombi alle cure di Lucioni. Nonostante qualche apprensione, comunque la difesa salentina teneva botta, riuscendo a non prenderle. A centrocampo era insufficiente l'apporto offensivo di Bjorkengren, così come quello di Majer, che portavano troppo il pallone e non velocizzavano l'azione.
Nel secondo tempo, il Lecce rientrava in campo con un piglio diverso, probabilmente scosso da mister Corini. Il tecnico salentino interveniva sulla squadra ordinando i giusti cambi, a partire da quello di Meccariello subentrato a Pisacane. Così la difesa veniva sistemata e non subiva più nulla. Poi a 20 minuti dal termine, a centrocampo Tachtsidis prendeva le redini del gioco, sostituendo uno stanco Majer, e Pablo Rodriguez - decisivo il suo ingresso anche questa volta - dava velocità, grinta e pericolosità agli attacchi dei salentini, che colpivano su rigore, ma avevano messo già da diversi minuti sotto pressione il Pisa.
Dopo il vantaggio di Coda, iniziava una terza fase del match, in cui il Pisa attaccava a testa bassa e il Lecce ripartiva in contropiede. Alla fine, il Lecce teneva il risultato, allungando ancora sulle dirette avversarie e preparandosi al meglio alla sfida contro la Spal. Ora bisogna conservare concentrazione e umiltà prima di poter sognare la A.