La partita di Pisa aveva già detto che il Lecce non era la squadra dal gioco bello e arioso ammirato nelle ultime gare, ma non per questo era meno forte, ficcante ed efficace.
Purtroppo, però, a differenza di Pisa, il Lecce oggi ha subito due gol evitabilissimi e ha gettato al vento la possibilità di allungare la striscia positiva. Accanto alle punte Coda e Pettinari non brillanti come al solito e ai cambi che non hanno inciso sul gioco e sul risultato, si messa anche la sfortuna a completare il quadro.
La gara contro la blasonata squadra estense ha confermato l'impressione avuta in Toscana: il Lecce per vincere deve essere perfetto. La formazione di Corini non è riuscita a imporre il proprio gioco, ma anzi ha concesso tanto alla Spal che, nel principio del primo tempo, ha preso le redini del centrocampo e, avvalendosi anche della velocità delle punte Strefezza e Dickmann, ha costruito diverse occasioni e procurato tanta apprensione alla retroguardia salentina.
Dopo un inizio difficile, con il passare dei minuti, il Lecce riusciva a prendere le misure e, nel mezzo del campo, prendeva sempre più spazio Mayer che, oltre al gol del pareggio, aveva anche un'altra occasione per ribaltare la partita. Il Lecce iniziava a giocare molto di più sulle fasce laterali dove Gallo e Maggio erano molto propositivi. Soprattutto il siciliano si mostrava grintoso, aggressivo, puntuale nelle sovrapposizioni e insidioso nei cross, dominando il confronto con Segre. Anche Bjorkengren sul medesimo lato dialogava bene con Gallo e riusciva a dare copertura e sostanza, proponendosi varie volte per il tiro. La Spal era capace di pressare Hjulmand con continuità, impedendo al Lecce di costruire e il nordico non brillava. Proprio per questo, a inizio ripresa, Corini inseriva Tachtsidis, sacrificando Mayer, e spostando Hjulmand più in avanti, in modo da migliorare la fase offensiva.
Purtroppo però le solite amnesie difensive costringevano il Lecce a dover nuovamente riprendere la gara: questa volta era Lucioni a perdersi Okoli a due passi dalla porta difesa da Gabriel, sugli sviluppi di un calcio d'angolo.
Il Lecce però non si perdeva d'animo e Corini inseriva Pablo Rodriguez nella speranza di riprendere il match. Purtroppo però i salentini venivano imbrigliati dagli spallini e Tachtsidis non dava quella spinta tanto attesa. La prova opaca di Hjulmand e la scarsa incisività di Coda facevano il resto e, nonostante il possesso palla, il Lecce non pungeva. Solo un episodio poteva far svoltare la gara. Il Lecce provava a costruirselo e colpiva la traversa con Stepinski su calcio d'angolo.
Così terminava la partita a dimostrazione che la serie B è veramente dura e nulla è scontato. Una battuta di arresto ci può stare, ma ora bisogna subito riprendersi per continuare a coltivare il sogno.