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Il Lecce era atteso dal pronto riscatto dopo la debacle in terra lombarda che era costata la perdita del secondo posto.

 

coda monza

 

La partita con la Reggina non era per nulla facile come testimoniato dall'iniziale svantaggio e dalle tante opportunità costruite dagli ospiti, venuti al Via del Mare per far bottino pieno. I calabresi sono stati anche sfortunati, avendo perso due uomini per infortunio nel primo tempo e imprecisi, non sapendo sfruttare a dovere tante ripartenze. Di contro, il Lecce palesava i soliti problemi difensivi, aggravati dalla novità di Zuta che, in qualità di terzino sinistro, andava in grande difficoltà in fase difensiva e nemmeno riusciva a spingere a dovere in avanti. Nemmeno il portiere Gabriel era esente da colpe, sbagliando i tempi delle uscite, non riuscendo a trattenere il pallone e dando incertezza all'intero reparto. A ciò si aggiunga anche la prova altalenante dei centrali difensivi e qualche errore di troppo in uscita da parte di Hjulmand e Majer e così si comprendono i tanti gol subiti. Altra nota stonata riguardava poi i numerosi tiri da fuori area concessi agli avversari, nonostante la difesa schierata, così come i troppi contropiede regalati agli ospiti persino con i salentini in vantaggio.

La situazione era differente in attacco, laddove, nel primo tempo, brillava su tutti la stella di Stepinski, che oltre ai due gol, garantiva peso, qualità, forza ed efficacia alla manovra. Era ispirato anche Coda che, nell'azione del 2-1, riusciva a seminare il panico tra gli avversari con la sua forza straripante. Mancosu, invece, andava a fasi alterne. A differenza di Henderson, si muoveva di meno, ma aveva l'abilità di danzare tra le linee e cercare sempre la giocata. Molto generoso, a volte peccava nella scelta giusta, soprattutto in situazioni semplici, ma nulla si può dire in merito al suo impegno.

Nella ripresa, Corini aggiustava le cose togliendo l'inguardabile Zuta (ma non aveva fatto una partita da tempo) e inserendo Gallo. Il Lecce aveva il merito di non subire il terzo gol, ma la produzione offensiva peggiorava nettamente e la sensazione era che il Lecce non riuscisse più a pungere. Mister Corini provava allora le carte Henderson e Rodriguez nel tentativo di dare nuova linfa all'attacco.

La manovra offensiva non migliorava, il caldo si faceva sentire e la lucidità veniva meno. I risultati provenienti dagli altri campi, poi, deprimevano ancora di più i ragazzi di Corini date le vittorie di Salernitana e Monza.

Ciò che più preoccupa, però, è la tenuta del Lecce, troppo farraginoso e, nel finale, confusionario e squilibrato alla ricerca del gol vittoria.

Si conclude così, con il 2-2 finale, la stagione regolare del Lecce in casa, che ora dovrà preparare nel migliore dei modi i play off, visto che il prossimo impegno a Empoli avrà uno scarso significato.

 

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