È notte fonda a Cremona per un Lecce che, soprattutto nella ripresa, si è sciolto come neve al sole. In 14 minuti, i salentini subivano ben tre reti, ma, soprattutto, non si dimostravano mai incisivi in avanti e, almeno nel secondo tempo, in affanno e fragili in difesa.
Ciò che più preoccupa è la mancata reazione dopo i gol subiti. Proprio l'assenza di carattere e il pessimismo che serpeggiava tra i calciatori giallorossi costituiscono uno degli elementi più preoccupanti della gara di Cremona. Un Lecce stanco, abbattuto, indietro fisicamente e fragile mentalmente desta inevitabile scetticismo, anche se è solo la prima partita di campionato. Non si può escludere che abbiano pesato nello spogliatoio anche le recenti polemiche sul caso Mancosu.
Venendo all'esame dei nuovi innesti, a centrocampo, pessima la partita di Blin, sempre in ritardo nelle coperture, mai in grado di dettare i ritmi e i tempi di gioco, in difficoltà nei contrasti e, più in generale, poco aggressivo e determinato. Per ora non sembra pronto per la serie B italiana. Anche l'altro francese Gendrey, a destra, mostrava certamente forza fisica, corsa e discreta tecnica, ma mancava di concentrazione in alcuni frangenti decisivi del match e, in entrambe le ripartenze vincenti dei lombardi, era colpevole di non riuscire a frenare sul nascere il duplice contropiede. A tal proposito, è parsa sbagliata la scelta di lasciare a difendere il solo Gallo, il quale se ha corsa, purtroppo non ha nelle sue corde la capacità di marcare e contrastare.
Troppo evanescenti gli esterni offensivi Strefezza e Olivieri, che lasciavano solo Coda, pur lodevole nel tentativo di provare a concludere a rete. A dire il vero, Strefezza, schierato esterno offensivo di destra prima e a sinistra poi, faceva vedere alcune sue potenzialità: velocità di esecuzione, dribbling, tecnica, ma ciò avveniva troppo di rado e, col passare dei minuti, non solo il brasiliano si spegneva e risultava fumoso, ma sbagliava tanto anche in fase di non possesso. Olivieri, invece, si muoveva molto, ma non gli riusciva nemmeno un dribbling.
Anche le trame di gioco dei salentini erano lente, prevedibili e sempre incentrate nel tentativo di servire il bomber Coda, senza avere valide alternative. Nel buio generale, da cui non venivano fuori nemmeno Hjulmand e Mayer, unica nota positiva può rinvenirsi in difesa con Tuia, che, al netto delle due ripartenze letali, dimostrava esperienza, qualità, precisione negli interventi, sempre senza troppi fronzoli, nonostante Ciofani fosse un avversario di tutto rispetto.
Ci sarà dunque molto da lavorare sulla testa dei giocatori e sull'impianto di gioco da parte di mister Baroni. La sconfitta a Cremona, pesante nel punteggio, è meritata e ora, con un'altra lombarda, il Como, dovrà esserci il pronto riscatto, aspettando che Corvino rinforzi ulteriormente la squadra apparsa troppo brutta per essere vera.