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Occasione sprecata. Ci sono delle partite che possono segnare una stagione e vi sono degli episodi che possono indirizzare le partite più complicate. Così, l'infortunio di capitan Lucioni permetteva l'ingresso di Dermaku, l'uomo che stava per regalare al Lecce la vittoria dell'incontro, ma una grave disattenzione difensiva impediva ai salentini di prendere i tre punti.

 

 

 

Diciamolo subito: non è stata una grande partita e il Lecce non avrebbe meritato l'intera posta in palio. Eppure, i giallorossi hanno sfiorato l'impresa. Il Lecce affrontava un Brescia che lo precedeva di un solo punto in classifica. La squadra salentina si presentava con la solita formazione titolare, rinunciando per infortunio a Gabriel sostituito da Bleve e a Tuia, al cui posto giocava Meccariello.

Al di là, dunque, delle dichiarazioni rese alla stampa, mister Baroni non si fidava del turnover, anche in considerazione del fatto che il Lecce aveva comunque avuto 5 giorni per preparare il delicato match in terra lombarda. Dall'altro lato, il Brescia scendeva in campo col consueto 4-3-2-1.

Il Lecce dei primi minuti era, come al solito, aggressivo. La posizione di Strefezza che svariava su tutto il fronte di attacco creava grattacapi ai lombardi e lo stesso brasiliano colpiva una traversa al quarto minuto, dopo una bella azione personale.

In fase di interdizione, il solito Hjulmand se la doveva vedere contro due avversari nella trequarti salentina, ma si districava con intelligenza e lucidità. Nel corso della gara, però, il Brescia prendeva le misure al Lecce e si faceva più aggressivo, impedendo la costruzione dal basso ai salentini. Moreo, vista la sua mole, riusciva a smistare di testa tanti palloni, facendo salire la propria squadra e dando la possibilità di diversi inserimenti da dietro anche per i tiri da fuori area dei centrocampisti, come Bertagnoli e Tramoni.

Sempre Strefezza surclassava Pajac non solo in avanti, ma anche in fase di ripiegamento ed era l'elemento più pericoloso dei giallorossi, non disdegnando il tiro da fuori area.

A metà primo tempo era il Brescia a fare la partita, ma il Lecce non soffriva più di tanto, sebbene non riuscisse a ripartire con contropiedi ficcanti e rapidi.

In avanti erano molto utili le sgroppate di Gendrey e Barreca, mentre Di Mariano era sempre tallonato da due avversari, e Coda non sfruttava le diverse opportunità che pure aveva, risultando spesso impreciso, anche perché seguito sempre da Chancelor e lasciato più volte in fuorigioco. A centrocampo, Majer era più attivo rispetto a Gargiulo, impalpabile e poco presente nel vivo del gioco.

Nell'ultimo tratto del primo tempo, la partita calava visibilmente di intensità e si accendeva solo nel finale quando il Lecce aveva un'altra occasione con il solito Strefezza e poi un ulteriore chance con il colpo di testa di Coda che impegnava Perilli.

Al termine dei primi 45 minuti il Lecce aveva costruito di più rispetto al Brescia e avrebbe meritato qualcosina, ma il risultato di parità si poteva considerare tutto sommato giusto, considerato il (non) gioco sviluppato dalle due squadre.

Nella ripresa, il ritmo aumentava e la partita diventava leggermente più intensa. Il migliore del Lecce risultava ancora Strefezza, abile in fase di impostazione e di rifinitura. Anche Di Mariano migliorava la sua personale prestazione, vincendo qualche uno contro uno e inserendosi molto bene in area. Invece non decollava Coda, avulso dalla manovra e spesso isolato in avanti.

Il Brescia cercava di cambiare la gara con l'ingresso del temibile Palacio che dava qualità e velocità alla manovra offensiva lombarda. Infatti, questa volta era il Brescia ad avere le migliori occasioni, su palla inattiva. Al 67’ solo un grande intervento di Bleve manteneva invariato il risultato.

Stranamente, Baroni non effettuava nessun cambio, a dimostrazione del fatto che fisicamente i giallorossi erano ben messi. Eppure, le difficoltà di Gargiulo così come quelle Coda e Majer erano evidenti. Era ancora il Brescia a immettere forze fresche in attacco e a centrocampo, mentre il Lecce doveva sostituire per infortunio Lucioni, al cui posto entrava Dermaku. Contemporaneamente, Baroni inseriva anche Bjorkengren subentrato a Majer, al fine di dare più dinamismo alla fase di costruzione del gioco.

E a 10 minuti dal termine, su cross di Barreca, era proprio Dermaku a svettare di testa e realizzare il gol del vantaggio. Qualche minuto dopo, però, ci pensava Bisoli a pareggiare su una mischia in area di rigore.

Alla fine, il tanto agonismo ha prevalso sulle giocate tecniche. Per ciò che riguarda il Lecce, preoccupa la latitanza del gioco e l'involuzione della squadra palesata questa sera, mentre conforta l'ulteriore risultato positivo che allunga la striscia favorevole, nella speranza di ritornare presto alla vittoria che manca ormai da tre gare. La terza gara del trittico darà il giusto valore al risultato in terra lombarda.

 

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