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Benvenuti alla giostra del gol, dove brillano le stelle salentine. Il Lecce è un vortice che tutto travolge e non lascia nemmeno le briciole agi avversari. È toccato al Cosenza subire il ciclone giallorosso.

 

 

 

Brilla su tutti la stella di Gabriel Strefezza, libero di danzare su tutto il fronte d'attacco, ma soprattutto  incaricato di dettare e costruire le azioni offensive sulla trequarti avversaria. Dai suoi piedi nascono i gol e le giocare più pericolose dei salentini. Non meno luccicante è la stellina di Bjorkengren, schierato al posto di Gargiulo ed elemento prezioso per la costruzione dal basso, le geometrie centrali e gli inserimenti in area. Il terzo gol salentino è da antologia soprattutto per il lancio di Strefezza verso il giovane nordico che aveva il tempo giusto per entrare in porta con tutto il pallone. Infine, la terza stella ormai è una sicurezza e si chiama Meccariello. Parte sempre per far panchina e finisce ogni anno per guadagnarsi il posto da titolare: semplicemente superlativo. 

Era però tutto il Lecce a sfolgorare in un Via del Mare sempre più entusiasta dei propri beniamini. 

Detto questo, dobbiamo pur dire che il Cosenza si è dimostrato poca roba, ma i meriti del Lecce sono veramente tanti. Eppure alla vigilia, il Lecce si presentava incerottato e le scelte di Baroni dovevano tener conto dei tanti indisponibili, soprattutto a causa del virus intestinale che aveva colpito diversi giocatori della rosa e anche due membri dello staff tecnico. A ciò si aggiungeva qualche piccolo turnover e così i salentini scendavano in campo con il consueto 4-3-3, ma modellato in modo tutto nuovo, con Strefezza a tutto tondo. 

A sinistra Gallo faceva respirare Barreca e a destra Calabresi era preferito a Gendrey. A centrocampo le scelte erano obbligate con Blin, Majer e Bjorkengren, mentre in avanti i tre tenori erano intoccabili.

I primi minuti facevano vedere un buon Lecce, che costruiva bene sulle fasce e riusciva ad andare al tiro con una certa pericolosità, sia con l'inserimento dei centrocampisti (bello per tempismo il colpo di testa di Majer al 14 minuto), sia con Coda, che al 17 impegnava severamente Vigorito. Come detto, era molto attivo Strefezza, in grado di agire da rifinitore e ispiratore della manovra salentina. Anche Di Mariano era vivace a sinistra, mentre Coda rimaneva più in ombra, ma si attirava i due marcatori centrali ed era sempre pronto a sfruttare le opportunità. Blin si faceva apprezzare in fase di interdizione, mentre Bjorkengren cercava di essere più propositivo, entrando timido ma crescendo sempre più e dando belle geometrie alla squadra. Doveva mettersi in proprio il più talentuoso brasiliano giallorosso per mandare avanti il Lecce alla mezz'ora. Trattavasi ovviamente di Strefezza. 

Il suo tiro da fuori area  si infilava all'angolino basso, non lasciando scampo a Vigorito. Era un lampo che accendeva ulteriormente il Lecce. Così anche un'incursione centrale di Meccariello portava Coda al tiro insidioso e il primo tempo era dominato dai salentini. A chiusura della frazione, Bjorkengren apriva su Calabresi che pennellava un cross perfetto per la testa di Coda che realizzava il meritato raddoppio. 

All'inizio della ripresa, il Lecce chiudeva la partita con il gol di Bjorkengren e il resto era pura accademia, nonostante il gol subito per un eccesso di presunzione. Il Lecce sarà allora in attesa della riconferma col Parma, dove non sarà un'eresia rivedere Strefezza sotto punta e Bjorkengren a centrocampo.

 

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