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Il Lecce ha mal di pausa. Dopo ogni sosta, la squadra sembra perdere di ritmo e forza, anche se sarebbe stato troppo chiedere la stessa sontuosa prestazione avuta col Parma.

 

 

 

Il Lecce ha sbagliato magari l'approccio iniziale, ma poi è comunque cresciuto. Inoltre, dopo i tanti gol segnati nelle ultime apparizioni, questa volta si resta a secco di gol. Eppure, nel finale, il Lecce avrebbe potuto vincerla, considerando l'occasionissima avuta a 12 minuti dal termine da Coda che si è lasciato ipnotizzare dal portiere avversario oppure al 90’, quando in contropiede Rodriguez ha sbagliato l'ultimo passaggio che avrebbe mandato in porta Di Mariano.

Comunque, fa ben sperare la perfetta fase difensiva, arricchita dalle stupende prestazioni di Lucioni e Dermaku, entrambi perfetti. Quando non si riesce a vincere, è importante non perdere. Altre note positive sono state la prestazione di Gargiulo e quella di Coda che è realmente insostituibile in avanti.

 Poi vanno dati i giusti meriti al Frosinone che, in particolare nel primo tempo, ha provato a vincere la gara, mentre è calato nella ripresa.

Frosinone e Lecce erano schierate a specchio dai due tecnici. Il Frosinone, come detto, è apparso subito aggressivo con un Matteo Ricci in gran spolvero. I laziali potevano contare anche su Garritano che, soprattutto all'inizio, metteva in difficoltà Gendrey, superandolo più volte.

Era però soprattutto sul lato di Barreca che il Frosinone affondava i colpi e creava i presupposti per il pericolo su schema da calcio d'angolo.

Dopo solo 13 minuti, il Lecce usciva dal guscio e sull'asse Barreca-Gargiulo colpiva la traversa. I canarini comunque cercavano le verticalizzazioni e andavano a pressare alto nella metà campo salentina. Ciò metteva in difficoltà la fase di costruzione del gioco leccese, dove Hjulmand era costantemente marcato e Majer non riusciva a entrare in partita. Molto più propositivo era Gargiulo, mentre Strefezza era ben contenuto dalla difesa laziale, a differenza di Di Mariano che, giocando più esterno, aveva maggiore libertà di azione.

In effetti, nella manovra leccese si vedeva l'assenza iniziale di Coda, in grado da solo di reggere l'attacco giallorosso, fare da sfonda e lucido nel far risalire la squadra.

Olivieri, pur volenteroso, ha un gioco differente da quello dell'ariete di Cava dei Tirreni e i meccanismi offensivi del tridente venivano a mancare.

Entrambe le formazioni non riuscivano a chiudere le ripartenze: il Frosinone per merito di un provvidenziale Lucioni (al 20’) e il Lecce a causa di scelte sbagliate di Olivieri e Strefezza (alla mezz'ora).

Nella ripresa, Baroni decideva subito di sostituire Majer con Bjorkengren, spostando Gargiulo a destra e lasciando al nordico il lato sinistro.

Il Lecce approcciava meglio la gara, mettendo subito pressione. Lo svedese si intendeva bene con Barreca e Di Mariano e garantiva anche una maggiore copertura sul lato forte dei frusinati.

Al 60’ entrava Coda per Olivieri al fine di dar peso all'attacco leccese e tentare la vittoria. La mossa sembrava giusta, ma il Lecce era meno aggressivo del solito e più preoccupato di spegnere le offensive avversarie. Coda lottava comunque su ogni pallone vagante e i salentini sembravano in controllo della gara. Nel finale, il Lecce aveva due grandi occasioni con Coda e Rodriguez e sembrava poter giungere al gol, che per imprecisione e sfortuna, non arrivava. Sarebbe però forse stato ingiusto per il Frosinone che ha comunque disputato una partita gagliarda. Ora al Via del Mare, verrà la Ternana e sarà una nuova battaglia per i giallorossi.

 

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