“Vi benedico in vita mia e dopo la mia morte, come posso e più di quanto posso, con tutte le benedizioni con le quali il Padre delle misericordie benedisse e benedirà in cielo e in terra i figli e le figlie, con le quali un padre e una madre spirituale benedisse e benedirà i suoi figli e le sue figlie spirituali. (….). Il Signore sia sempre con voi, e ora voi siate sempre con Lui”: queste parole di Santa Chiara hanno accompagnato le due serate di festeggiamenti in suo onore, il 10 e 11 agosto, presso il monastero delle Clarisse a Lecce.
Nella solenne liturgia del Transito, cioè il passaggio della Santa dalla terra al cielo, Padre Antonio Giaracuni ofm ha ricordato come Chiara abbia vissuto il compimento della sua vita terrena nell’affidamento totale al Padre, dal quale si è sempre sentita attesa, amata, custodita. E questa è la certezza che Chiara consegna ancora oggi a tutti i cristiani: figli benedetti dal Signore e custoditi “come una madre il suo figlio diletto”.
L’arcivescovo Michele Seccia, durante l’eucaristia da lui presieduta (hanno concelebrato l’arcivescovo Luigi Pezzuto, don Maurizio Ciccarese e Padre Antonio Giaracuni), ha completato la riflessione sulla vita dell’Assisiate, ricordando come nel suo cammino di santità si sia lasciata trasformare dall’amore di Dio, presente nel dono dell’eucarestia, facendo brillare la potenza del segno divino nella sua fragilità umana.
Anche per noi, allora, la santità è mostrare nella debolezza la potenza di Colui che sempre si dona nell’eucaristia. Ancora oggi Chiara d’Assisi è per tutta la Chiesa “una stella che brilla, indicando a tutti la strada che conduce a Cristo, la stella luminosa che indica la via del Vangelo”, ha detto l’arcivescovo. Una Via che tante sue sorelle cercano di incarnare nella forma di vita da lei scritta, dopo averla vissuta con passione e fedele servizio al Signore, amato con tutto il cuore e senza riserve.